Sommario
La noradrenalina è una molecola davvero importante per il tuo metabolismo. Ne hai sicuramente sentito parlare! Ma che cos’è in pratica la noradrenalina?
Parliamo di un ormone. Come il cortisone, anche la noradrenalina viene rilasciata in condizioni di forte stress. Ma la noradrenalina, o norepinefrina, è anche un mediatore del sistema nervoso, o neurotrasmettitore. Spesso è usata in ambito clinico, come farmaco d’urgenza, per risolvere casi di shock cardiaco. Vuoi saperne di più?
Cosa la distingue dall’adrenalina? Quali sono le sue funzioni? E quali sono gli effetti sul tuo metabolismo?
Continua a leggere per scoprire il ruolo della noradrenalina nel tuo organismo.
Cos’è la noradrenalina o (norepinefrina) e come agisce
La noradrenalina, o norepinefrina, è una molecola con svariate funzioni metaboliche. Il suo nome contiene la parola adrenalina (o epinefrina, che sono sinonimi!) e può trarre in inganno. Le due molecole, infatti, non sono la stessa cosa, sebbene abbiano effetti talvolta simili.
Dal punto di vista chimico, la norepinefrina si forma a partire dalla dopamina, noto neurotrasmettitore del piacere. Ed è la base di partenza per produrre adrenalina (o epinefrina), ormone e neurotrasmettitore che forse conoscerai meglio.
Quindi le due molecole non condividono solo parte del nome, ma anche parte della struttura chimica. E di conseguenza ricoprono ruoli fisiologici spesso simili.
Sono entrambe catecolamine, ovvero molecole derivate da un amminoacido essenziale: la tirosina (Tyr). Come l’adrenalina, anche la noradrenalina è in grado di legarsi a particolari recettori detti appunto “adrenergici”, il cui ruolo approfondiremo tra poco.
Come viene prodotta l’adrenalina? La via biochimica
Il nostro organismo è in grado di produrre da solo questi ormoni, in situazioni di stress psicofisico o cali glicemici. La sintesi avviene prevalentemente a livello del surrene (cellule cromaffini della midollare) e nelle cellule del sistema nervoso simpatico (fibre postgangliari).
Ecco come viene prodotta la noradrenalina:
- Tyrosina (amminoacido di partenza).
- Idrossilazione ad opera della Tirosina idrossilasi -> DOPA (diidrossifenilalanina).
- Decarbossilazione ad opera della DOPA decarbossilasi -> Dopamina.
- Betaossidazione ad opera della Dopamina beta idrossilasi- > Noradrenalina. La via biochimica può continuare per produrre l’altra importante catecolamina di cui abbiamo parlato. L’adrenalina, infatti, si forma proprio a partire dalla noradrenalina. Le due molecole differiscono infatti solo per l’aggiunta di un gruppo metilico alla molecola (-CH3), che avviene grazie all’aiuto di uno specifico enzima della classe delle transferasi.
- Trasferimento di un gruppo metile ad opera della feniletanolamina N-metil transferasi) -> Adrenalina (epinefrina).
La noradrenalina, insieme all’epinefrina, regola la risposta di attacco o fuga, modulando parametri fisiologici come il battito cardiaco e il rilascio di glucosio, per preparare il corpo all’azione. Entrambe le molecole, infatti, portano ad un aumento di pressione, del tono muscolare e della glicemia.
Ma quali altri ruoli biologici ha la noradrenalina? A cosa serve? E come viene impiegata in ambito clinico?
A cosa serve la noradrenalina: tutte le funzioni
La principale funzione della noradrenalina è quella di modulare i sistemi di risposta dell’organismo di tipo attacco – fuga. Si tratta cioè di meccanismi di difesa ancestrali, volti a predisporre l’organismo all’azione.
Quando ci troviamo di fronte ad un pericolo, abbiamo bisogno di rapidità d’azione. La noradrenalina, come altre catecolamine, ha proprio questa funzione: preparare il corpo allo scatto.
Causa quindi alcuni cambiamenti fisiologici, come l’aumento del battito cardiaco e della pressione sanguigna. Nonché l’incremento dei livelli di glucosio nel sangue, per fornire ai muscoli energia rapida, pronta all’uso.
Ma non è tutto. La noradrenalina, infatti, viene rilasciata anche in condizioni di forte stress! Il nostro organismo la produce a partire da un amminoacido essenziale, la Tyrosina. E la “conserva” nelle cellule all’interno di vescicole.
Le principali zone di raccolta della noradrenalina sono le terminazioni del sistema nervoso periferico, o centrale (dove si produce anche la dopamina) e le cellule cromaffini della midollare del surrene (come per l’adrenalina).
In condizioni di pericolo, o di forte stress, queste vescicole si aprono (per esocitosi), rilasciando le catecolamine all’esterno.
Forse ti sorprenderà sapere che quest’azione è modulata dagli ioni calcio. È proprio un’alterazione delle concentrazioni di questo minerale che crea un cambiamento nel potenziale di membrana e permette alle vescicole di riversare all’esterno il loro contenuto.
La noradrenalina esercita la sua azione principalmente sul sistema nervoso simpatico. Una volta rilasciata in circolo, quindi, va a modificare alcuni nostri parametri fisiologici.
Come agisce?
Ecco come agisce la noradrenalina:
- Accelera il battito cardiaco.
- Aumenta il flusso di sangue ai muscoli scheletrici.
- Induce vasocostrizione.
- Determina l’innalzamento della pressione arteriosa.
- Provoca broncodilatazione.
- Incentiva il rilascio di glucosio nel sangue.
- Stimola la gluconeogenesi e la lipolisi.
- Diminuisce la secrezione di insulina.
- Promuove la sintesi di glucagone (proglicemizzante).
- Aumenta la dilatazione delle pupille.
Il tutto per preparare l’organismo ad uno sforzo fisico intenso che, riassunto ai minimi termini, si traduce con “risposta attacco – fuga”.
La decisione rapida in una situazione di pericolo: o fuggi (e quindi ti serve energia per affrontare la corsa), o attacchi (e quindi il tuo corpo deve essere pronto allo sforzo).
Noradrenalina e adrenalina: differenze
Se già conosci le funzioni biologiche dell’adrenalina, noterai che la noradrenalina ha più o meno gli stessi effetti. Entrambe queste catecolamine, infatti, fanno riferimento agli stessi recettori cellulari (recettori adrenergici). Ma con qualche differenza.
Ebbene la noradrenalina viene rilasciata dai neuroni noradrenergici in seguito ad uno stimolo più intenso. Perché il tuo corpo inizi a produrre adrenalina, quindi, è sufficiente un’emozione improvvisa. O una condizione di stress moderato, come l’avvicinarsi di un evento importante, una riunione o un esame all’università.
La noradrenalina, invece, agisce in situazioni di stress forte, di “allarme”. Un reale pericolo, un trauma fisico, o persino durante le infezioni. Lo stimolo è maggiore, pertanto, anche gli effetti (come l’aumento del battito cardiaco, o degli zuccheri in circolo per fornire energia pronta all’uso) saranno amplificati.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sull’adrenalina.
Recettori noradrenergici
Cosa determina il tipo di azione? Gli effetti metabolici dipendono dal tipo di recettore che questa catecolamina è in grado di attivare. Il legame della noradrenalina con i recettori adrenergici presenti sulle nostre membrane cellulari segna già quale sarà il pattern biochimico.
I recettori adrenergici sono particolari proteine G (transmembrana) che legano (esternamente alla cellula) il nostro ormone, e rilasciano cAMP (nell’ambiente intracellulare). Il quale innesca una cascata di eventi che portano all’attivazione di tutti quei meccanismi attacco – fuga che abbiamo descritto. Tutto parte però dal legame ormone – recettore adrenergico.
Quali tipi di recettori per la noradrenalina esistono?
- α1: stimola la contrazione della muscolatura liscia.
- A2: agisce sulla muscolatura liscia.
- β1: aumenta il battito cardiaco; e la contrazione del miocardio.
- β2: promuove la broncodilatazione.
- β3: stimola l’aumento della lipolisi.
Farmaci e integratori di noradrenalina
La noradrenalina è una molecola che siamo in grado di sintetizzare da soli. Per i suoi effetti metabolici, però, talvolta può essere somministrata per via endovenosa, come farmaco salvavita.
Induce broncocostrizione e aumenta la pressione sanguigna. Questo può essere utile in condizioni di shock. Mentre dosi ridotte possono giovare i pazienti in altre situazioni cliniche.
Ecco quando viene usata la noradrenalina come farmaco.
Shock cardiogeno e shock settico
Lo shock cardiogeno è una grave condizione clinica in cui il cuore ha difficoltà a battere. Lo shock settico, invece, è dovuto ad una grave infezione sistemica.
Il trattamento per queste condizioni prevede l’ossigenazione e l’uso di neuro – stimolatori, che stimolano la contrazione del muscolo cardiaco.
Ipotensione
Per il suo ruolo come broncocostrittore, la noradrenalina è il farmaco anti – ipotensivo per eccellenza. Una drastica riduzione di pressione può essere dovuta ad una grossa perdita di sangue (emorragia), o in seguito ad ustioni gravi.
La noradrenalina non viene utilizzata per lievi cali di pressione, ma solo in extremis.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sull’ipotensione.
Depressione
In quest’ultimo caso il ruolo della noradrenalina non è diretto, ma vale la pena di menzionare il suo effetto sul mantenimento dello stato dell’umore.
Il trattamento farmacologico della depressione prevede spesso l’uso di inibitori del reuptake di noradrenalina e serotonina. Questi medicinali aumentano la quantità di serotonina e noradrenalina per utilizzi futuri.
Il tutto stimola un aumento di dopamina con effetto antidepressivo.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sulla depressione.
Effetti della noradrenalina
La noradrenalina non è però priva di effetti collaterali. E un uso sbagliato può avere conseguenze negative sul corpo umano. Vediamo in dettaglio.
La noradrenalina è un farmaco che viene utilizzato in casi di urgenza clinica. Per i suoi effetti come vasocostrittore periferico, stimolatore inotropo del cuore (aumenta la contrazione del miocardio) e dilatatore delle arterie coronarie. La sua somministrazione, quindi, è ad uso pressoché esclusivo dell’equipe medica.
Prima di procedere all’infusione endovenosa, i medici valuteranno tutti i parametri che servono per calibrare il giusto dosaggio. Come il volume ematico e la pressione arteriosa. Un eccesso di noradrenalina, infatti, potrebbe provocare broncocostrizione, affaticamento, bradicardia e cristi del miocardio.
Bisogna precisare che, come farmaco, la noradrenalina non viene iniettata pura. Ma la assumerai per via parenterale come noradrenalina tartrato. Come ogni farmaco, anche la noradrenalina non è priva di effetti collaterali.
Complicazioni
Ecco quali complicazioni possono manifestarsi in seguito alla somministrazione di questo ormone:
- Ansia, agitazione, insonnia, irritabilità.
- Alterazione del tono dell’umore.
- Tremore, confusione, ipersalivazione.
- Nausea, vomito, alterazioni dell’alvo.
- Debolezza, bradicardia, ipertensione, palpitazioni.
Noradrenalina: soggetti a rischio
Per il successo della terapia, il medico dovrà tenere conto di alcune casistiche individuali. Alcune persone, infatti, possono essere sensibili al principio attivo. Ma non è tutto. Vediamo quali sono i soggetti più a rischio, per i quali non è spesso possibile usare la noradrenalina come farmaco.
Difetti nelle vie di smaltimento delle catecolamine
La noradrenalina in eccesso per essere eliminata si affida principalmente al lavoro di due classi di enzimi: le monoamminossidasi (MAO) e le catecol-o-metiltransferasi (COMT). Alcune persone possono presentare dei difetti genetici e non produrre abbastanza quantità di queste molecole di degradazione. Per loro è quindi maggiore il rischio di sovradosaggio.
Problematiche cardiocircolatorie
Chi soffre di angina di Prinzmetal, aritmie, o altre problematiche cardiache è un soggetto a rischio.
Pazienti diabetici
La sua capacità di mettere velocemente in circolo il glucosio si rivela utile per i muscoli che devono dare una rapida risposta. Ma può essere dannoso per chi soffre di diabete.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sul diabete.
Interferenza farmacologica
Alcuni farmaci, infatti, possono interferire tra loro. È questo il caso della noradrenalina e:
- Alcuni anestetici (ciclopropano, alotano).
- Antidepressivi triciclici.
- Inibitori delle MAO.
- Antiepilettici.
- Alcuni antibiotici (linezolid).
- Farmaci vasocostrittori (Diidroergotamina).
Non andrebbero assunti insieme.
Gravidanza e allattamento
In queste fasi della donna la noradrenalina non andrebbe assunta, se non in caso di estrema necessità clinica. L’iniezione del farmaco, infatti, potrebbe rivelarsi eccessiva per il bambino, provocando danni al sistema nervoso, o persino provocare ipossia e morte del feto.
Fonti
- Ramos, E. J., Meguid, M. M., Campos, A. C. e Coelho, J. C. (2005). Neuropeptide Y, α-melanocyte–stimulating hormone, and monoamines in food intake regulation. Nutrition, 21(2), 269-279.
- Dunn, A. J. e Swiergiel, A. H. (2008). The role of corticotropin-releasing factor and noradrenaline in stress-related responses, and the inter-relationships between the two systems. European journal of pharmacology, 583(2-3), 186-193.
- McMorris, T., Swain, J., Smith, M., Corbett, J., Delves, S., Sale, C. e Potter, J. (2006). Heat stress, plasma concentrations of adrenaline, noradrenaline, 5-hydroxytryptamine and cortisol, mood state and cognitive performance. International journal of psychophysiology, 61(2), 204-215.
- Inoue, W., Baimoukhametova, D. V., Füzesi, T., Cusulin, J. I. W., Koblinger, K., Whelan, P. J. e Bains, J. S. (2013). Noradrenaline is a stress-associated metaplastic signal at GABA synapses. Nature neuroscience, 16(5), 605-612.
- Iannitelli, A. e Pancheri, P. Citalopram: profilo farmacologico e indicazioni cliniche del più selettivo tra gli SSRI CItalopram: pharmacological profile and clinical efficacy of the most selective among SSRI.
- Spoladore, R., Fragasso, G., Montanaro, C., Maranta, F., Torlasco, C., Gerosa, S. e Margonato, A. (2010). Beta-bloccanti e sistema cardiovascolare: attuali acquisizioni e controversie. Recenti Prog Med, 10(101), 1.