Sommario
La frequenza cardiaca è il numero di battiti che il cuore compie in un minuto. A riposo, in una persona in buona salute, varia normalmente tra i 60 e i 100 battiti al minuto. Una frequenza ideale, invece, si colloca spesso tra i 60 e 70 battiti, soprattutto per chi è allenato.
Se la frequenza a riposo supera i 100 battiti, si parla di tachicardia, una condizione che può essere legata a stress, ansia o problemi di salute. Al contrario, quando i battiti scendono sotto i 60, si ha bradicardia, una condizione che, in alcuni casi, potrebbe richiedere attenzione medica.
L’esercizio fisico regolare contribuisce a mantenere una frequenza cardiaca più bassa a riposo, migliorando la salute del cuore. Tuttavia, una frequenza cardiaca alta durante sforzi moderati o una troppo bassa in situazioni di inattività possono segnalare anomalie che richiedono approfondimenti clinici.
Frequenza cardiaca: che cos’è?
La frequenza cardiaca (anche abbreviata con la sigla HR, dall’inglese Heart Rate) è il numero di battiti del cuore in un minuto. Poiché si tratta di un valore che dipende da diverse variabili, fra cui gli sforzi fisici, deve essere rilevata a riposo.
Si misura in battiti al minuto, corrispondenti alla sigla bpm.
La condizione che subentra quando il ritmo è più rapido del normale (tachicardia) ha etimologia greca e significa “cuore veloce”. Al contrario, il termine bradicardia, associato ad un ritmo meno veloce della norma, può essere tradotto come “cuore lento”.
L’espressione battito cardiaco è impropria: sarebbe più corretto usare l’espressione “frequenza del battito cardiaco”. Ogni battito cardiaco corrisponde ad una contrazione completa del cuore, che ha lo scopo di inviare il sangue in tutti gli organi.
Si sente spesso parlare di pulsazioni al minuto perché la rilevazione del battito del cuore viene di solito effettuata al polso, contando il numero delle pulsazioni.
La frequenza cardiaca rientra fra i parametri di rilievo per studiare l’attività del cuore e del sistema circolatorio. La diagnosi e il trattamento delle sue alterazioni sono di competenza del cardiologo e/o del cardiochirurgo.
Le persone anziane o che hanno una storia di malattie cardiovascolari in famiglia sono più soggette al rischio di sviluppare un’alterazione del battito cardiaco.
Valori normali della frequenza cardiaca
Qual è la frequenza cardiaca ottimale? In generale, la letteratura scientifica riporta come valori normali quelli compresi fra 60 e 100 battiti al minuto. Alcune fonti, però, spostano questo range fra 50 e 90 bpm: valori superiori, infatti, sono già correlati al rischio di eventi cardiovascolari.
In media il ritmo cardiaco di un uomo è pari a 70 bpm, mentre quello di una donna 75 bpm.
Questi numeri sono validi solo per gli adulti. I bambini, essendo caratterizzati da un sistema cardiovascolare ancora in fase di accrescimento e maturazione, hanno valori diversi:
- Lattanti: 80-180 bpm (valori più elevati rispetto a quelli dell’adulto sono presenti anche nel feto).
- Bambini fino a 12 anni: 80-100 bpm.
- Adolescenti: 70-110 bpm.
Frequenza cardiaca massima, di riserva e di recupero
Esistono formule che permettono di calcolare la frequenza cardiaca massima in base all’età del soggetto. Questo valore rappresenta un limite che non dovrebbe mai essere superato nello sforzo fisico, per non incorrere in rischi.
Ci sono vari modi per calcolare la frequenza cardiaca massima. La formula più usata è quella di Karvonen, che prevede di sottrarre l’età della persona al numero fisso 220.
Facciamo un esempio: una persona di 50 anni non dovrebbe superare i 170 bpm (220 – 50 = 170). Sono disponibili tabelle che visualizzano i valori per ogni età.
La frequenza cardiaca di riserva (HRR) è la differenza fra la frequenza cardiaca massima e quella a riposo. Per continuare con l’esempio di prima, se la stessa persona ha una frequenza a riposo pari a 80 bpm, la sua frequenza di riserva è 90 (170 – 80 = 90).
Invece, la frequenza cardiaca di recupero è la differenza fra la frequenza cardiaca durante l’allenamento e quella misurata 2 minuti dopo il termine dell’esercizio.
Negli ultimi anni si è affermato come parametro di interesse in ambito cardiologico la HRV, acronimo inglese che sta per Heart Rate Variability. La HRV, variabilità della frequenza cardiaca, è anche correlata alla capacità di affrontare e gestire i contesti di stress psico-fisico ed emozionale.
Come si misura la frequenza cardiaca a riposo
Può essere necessario rilevare periodicamente o sistematicamente la frequenza del battito cardiaco. Non solo se si soffre di una malattia del cuore, ma anche se si hanno in famiglia persone che hanno ricevuto una diagnosi di aritmia, ipertensione o altri disturbi.
Il battito cardiaco aumenta quando siamo sotto sforzo, in maniera diversa a seconda che siamo più o meno affaticati. Per avere dati confrontabili, quindi, la misurazione viene effettuata a riposo, cioè dopo essersi seduti e rilassati per almeno 10 minuti.
È anche essenziale non avere bevuto bibite contenenti caffeina (tè, caffè, energy drink, ecc.) e non avere fumato nelle ore precedenti.
La misurazione eseguita al mattino appena svegli è quella più accurata.
Ma come si misura?
- Stando seduti, girare una mano con il palmo verso l’alto e il gomito leggermente flesso.
- Posizionare l’indice e il medio dell’altra mano sul polso, alla base del pollice, fra l’osso sul margine del polso e il tendine del pollice. Aggiustare la posizione delle dita fino a quando non si avvertono le pulsazioni. A quel punto premerle leggermente.
- Contare le pulsazioni per 30 secondi e moltiplicare per 2 per ottenere il numero dei battiti al minuto. Per una misurazione più precisa, consigliata a chi soffre di cuore o ha già avuto episodi di aritmia, è consigliabile contare le pulsazioni per un minuto.
La rilevazione può essere effettuata a livello della carotide. In questo caso si devono posizionare l’indice e il medio sul collo, a lato della trachea, premendo leggermente e aggiustando la loro posizione fino a sentire il battito. Si contano le pulsazioni in un minuto.
Durante la visita medica, in ambulatorio o in ospedale, il cardiologo può misurare la frequenza cardiaca appoggiando lo stetoscopio sul petto. Ancora più precisa è la rilevazione effettuata con l’elettrocardiogramma.
Esistono poi strumenti chiamati cardiofrequenzimetri, simili ad un orologio, in grado di misurare la frequenza cardiaca, spesso usati dagli sportivi per tenere sotto controllo il battito. Quelli classificati come dispositivi medici sono in grado di fornire rilevazioni più accurate.
Cosa influenza la frequenza cardiaca
Anche fra gli adulti, la frequenza cardiaca non è una costante, ma varia nel range di normalità.
Uno dei fattori che la influenzano è la forma fisica. Le persone più allenate hanno valori a riposo bassi, cioè compresi fra 40 e 60 bpm.
Per contro, le persone in sovrappeso o obese tendono ad avere un battito aumentato.
Il ritmo del cuore rallenta durante il sonno: quando si dorme scende fino a 40-50 bpm circa. E varia in base alla temperatura e all’umidità dell’aria: ce ne accorgiamo durante le giornate più afose dell’estate, quando possiamo percepire un battito più intenso.
Non è trascurabile l’effetto delle emozioni: gioia, sorpresa, ma anche spavento e paura ci fanno balzare il cuore in petto.
La frequenza del cuore aumenta come effetto collaterale di alcuni farmaci (ad esempio i betabloccanti), durante la digestione (soprattutto in presenza di disturbi che la rendono lenta e difficile) e in presenza di malattie che causano febbre.
È più alta della norma anche in condizioni fisiologiche come la gravidanza, quando passa in media a 80-90 bpm.
Frequenza cardiaca bassa o alta
La frequenza cardiaca può essere alterata perché superiore o perché inferiore rispetto ai valori normali, a riposo o comunque in assenza delle condizioni indicate nel paragrafo precedente. Nel primo caso, la condizione è definita tachicardia, mentre nel secondo si parla di bradicardia.
Malgrado la convinzione diffusa, non è detto che una frequenza cardiaca più alta della norma sia indicativa di una pressione arteriosa alta (ipertensione).
È opportuno rivolgersi al medico se la frequenza a riposo è sopra i 100 bpm o sotto i 60 bpm (questo valore non è considerato valido per gli sportivi professionisti). In questi casi, il cuore non è in grado di svolgere la sua funzione in maniera corretta e i tessuti non ricevono il giusto apporto di sangue.
In caso di tachicardia si possono avere svenimenti (sincope), respiro corto, sensazione di fastidio al petto, dolore al petto. Invece, in presenza di battito accelerato e uno o più di questi sintomi bisogna avvisare subito il proprio medico.
La bradicardia non è di solito preoccupante nelle persone che praticano con regolarità sport e negli sportivi professionisti. Se, però, è dovuta a malattia, può dare sintomi quali:
- Vertigini.
- Debolezza.
- Fatica.
- Respiro corto.
- Confusione mentale.
Frequenza cardiaca anomala: diagnosi
La diagnosi non si limita a stabilire che la frequenza cardiaca è anomala, ma deve accertare le cause e mettere in atto soluzioni per eliminarle. Non sempre questo è possibile.
Si basa su un’accurata visita medica cardiologica, che comprende l’auscultazione dei battiti e la ricostruzione della storia familiare. Inoltre, comprende alcune valutazioni strumentali e di laboratorio.
L’esame del sangue permette di capire se sono presenti infezioni, malattie tiroidee o squilibri elettrolitici che possono essere responsabili di aritmie.
Sono poi disponibili procedure di monitoraggio, come l’Holter, che consente la registrazione del battito del cuore nelle 24 ore, nell’arco di un’intera settimana o per periodi più lunghi.
L’elettrocardiogramma (ECG) registra l’attività elettrica del cuore, mentre l’ecocardiogramma produce immagini del movimento del cuore e serve a focalizzare le aree che lavorano poco o male. Può essere eseguito anche sotto sforzo: in questo caso prende il nome di test ergometrico.
Il cosiddetto Tilt Test è impiegato per studiare la bradicardia e comprendere come contribuisca a causare gli svenimenti.
Si possono eseguire procedure come lo studio elettrofisiologico, un test che esamina nel suo complesso il sistema elettrico del cuore e viene eseguito inserendo un sondino flessibile attraverso l’esofago. L’esame può essere praticato facendo passare la sonda da una vena periferica (inguine, braccio, collo) e guidandola da lì fino al cuore.
Possono poi essere effettuate risonanza magnetica, radiografia del torace o TC, a seconda delle necessità.
Se il cardiologo sospetta una forma dovuta ad apnee ostruttive, può prescrivere il monitoraggio del sonno.
Anomalie legate alla frequenza cardiaca
La frequenza cardiaca si altera per effetto di anomalie degli impulsi elettrici che regolano il ritmo del cuore. Le patologie dovute a questa alterazione sono dette aritmie.
Queste possono verificarsi a causa di:
- Lesioni del muscolo cardiaco causate da malattie o eventi cardiovascolari quali un infarto.
- Cardiopatie congenite, cioè malformazioni del cuore presenti fin dalla nascita.
- Anemia.
- Sforzi fisici intensi, anche sportivi.
- Ipertensione.
- Infezioni del cuore (miocarditi).
- Complicanze di interventi chirurgici al cuore.
- Fumo, abuso di bevande che contengono sostanze che accelerano il battito cardiaco, droghe o alcol.
- Febbre.
- Assunzione di farmaci che possono alterare il battito cardiaco.
- Squilibri elettrolitici: in alcune persone, specialmente anziane, l’apporto insufficiente di sali minerali dovuto a malnutrizione e disidratazione può causare seri rischi per il cuore.
- Malattie tiroidee, come l’ipertiroidismo (per quanto riguarda la tachicardia) o l’ipotiroidismo (per la bradicardia).
- Apnee ostruttive del sonno.
- Malattie reumatiche (febbre reumatica, lupus).
- Emocromatosi: patologia che comporta accumulo di ferro negli organi.
Non sempre la causa viene riconosciuta, anche quando l’iter diagnostico viene seguito correttamente.
Come tenere sotto controllo il battito cardiaco
In caso di alterazioni lievi e per prevenire ulteriori episodi, offrono un buon contributo le modifiche agli stili di vita valide per tutte le malattie cardiovascolari.
I medici raccomandano di eseguire attività fisica in modo regolare, in quanto lo sforzo saltuario può, al contrario, aumentare i rischi.
Viene portata l’attenzione sulla dieta, che dovrebbe escludere l’alcol, il fumo e le droghe. Adottare abitudini alimentari che consentano di mantenere il peso forma e i parametri metabolici (colesterolo, trigliceridi, glicemia, ecc.) nella norma è un buon sistema per mantenere nella norma anche il battito cardiaco prendendosi cura della salute del cuore.
Viene raccomandato un uso parsimonioso delle bevande che hanno un effetto eccitante sul battito cardiaco, come il caffè, il tè, alcune bibite gassate e gli energy drink.
Lo stress può avere un impatto sul cuore, ma pensare di eliminarlo dalla nostra vita è un’utopia. Può invece essere utile apprendere tecniche di controllo dello stress, come la mindfulness, tramite le quali si impara ad allentare la pressione quando sta diventando nociva per il sistema nervoso.
In generale, alle persone con battito irregolare vengono raccomandati controlli medici regolari.
Frequenza cardiaca e sport
Monitorare la frequenza cardiaca, sia a riposo che durante l’attività fisica, è fondamentale per gli sportivi, soprattutto per chi pratica sport di resistenza come ciclismo, nuoto o corsa.
Infatti, la relazione tra frequenza cardiaca e allenamento è stretta: per ottenere benefici, è importante che la frequenza cardiaca durante lo sforzo non sia troppo alta, per evitare sovraccarichi, né troppo bassa, per non compromettere l’efficacia dell’allenamento.
Per calcolare la frequenza cardiaca massima, si utilizzano delle formule specifiche, ma per una misurazione più precisa, è consigliabile un elettrocardiogramma sotto sforzo. Conoscendo la frequenza a riposo e quella massima, è possibile determinare la frequenza cardiaca ideale per l’allenamento. Questo consente di pianificare l’intensità in modo corretto, mantenendosi tra il 60% e il 90% della frequenza massima, in base al proprio livello di allenamento.
La soglia anaerobica è un altro parametro utile, poiché indica il punto oltre il quale il corpo accumula acido lattico. Allenarsi vicino a questa soglia migliora l’efficienza e la performance atletica.
Conclusioni
La frequenza cardiaca è un indicatore importante per monitorare la salute del cuore. A riposo, dovrebbe essere tra i 60 e 100 battiti al minuto, mentre durante l’attività fisica, conoscere la propria frequenza massima aiuta a gestire meglio l’intensità dell’allenamento.
Per calcolarla, esistono formule come quella di Cooper, ma un elettrocardiogramma sotto sforzo offre dati più precisi. Allenarsi mantenendo la frequenza ideale migliora la performance e la salute cardiovascolare.
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Fonti
- Physical activity – WHO.
- Target heart rate chart – American Heart Association.
- H. Dobryznski et al. Exercise training reduces resting heart rate via downregulation of the funny channel HCN4. Nature communications. (2014).