Sommario
Gli eritrociti o globuli rossi sono piccole cellule a forma tondeggiante che, insieme ai globuli bianchi, alle piastrine e al plasma, formano il sangue. Sono senza nucleo e hanno la funzione di trasportare l’ossigeno negli organi e nei tessuti del nostro corpo.
Prodotti dal midollo osseo, hanno un tipico colore rosso dato dall’emoglobina che contengono al loro interno, una proteina specializzata nel trasporto dell’ossigeno.
La conta dei globuli rossi attraverso esami come l’emocromo e l’ematocrito serve a definire il numero totale di eritrociti nel sangue e la loro forma, nonché il nostro stato di salute generale.
Eritrociti alti o bassi possono indicare, infatti, la presenza di alcune patologie come l’anemia o la policitemia. Invece, gli eritrociti nelle urine possono avere cause poco rilevanti o essere il sintomo di una condizione più seria.
I valori di riferimento sono generalmente di 5 milioni per mm3 (millimetro cubo di sangue) per gli uomini e 4,5 milioni per mm3 nelle donne. Tuttavia, questo valore può cambiare leggermente in base al laboratorio che esegue il test. Sono poi del tutto normali piccole variazioni, poiché ogni organismo è diverso dall’altro.
Ciò che è importante ricordare è che soltanto il medico può interpretare correttamente i risultati degli esami.
Cosa sono gli eritrociti: significato e caratteristiche
Gli eritrociti (dal greco kýtos, cavità, ed erythrós, rosso) o globuli rossi, sono elementi essenziali del nostro sangue, che costituisce circa l’8% del peso corporeo.
Negli adulti il volume sanguigno è di circa 5-6 litri. È costituito da due elementi diversi: il plasma (parte fluida) e le cellule o frammenti di cellule. Questi ultimi sono gli eritrociti, le piastrine e i leucociti. Di questi, solo i leucociti sono vere e proprie cellule. Gli eritrociti, infatti, sono cellule prive di nucleo, mentre le piastrine sono frammenti cellulari.
La percentuale della componente cellulare è detta ematocrito. Nei soggetti sani il valore dell’ematocrito varia da 42 a 54% nell’uomo e tra il 37 e il 47% nella donna.
Nei bambini, invece, i valori sono lievemente inferiori. Tuttavia, sono valori che possono cambiare. Infatti, solitamente sono più alti nelle persone che vivono e lavorano ad altitudini elevate, perché la bassa pressione dell’ossigeno stimola una maggiore produzione di eritrociti.
Hanno forma di dischi biconcavi, un diametro medio di 7-8 micron (millesimi di millimetro) e sono molto flessibili, per questo riescono a passare anche attraverso i capillari più stretti.
Contengono emoglobina, una proteina in grado di legare l’ossigeno e permetterne il trasporto dai polmoni a tutti i tessuti dell’organismo. Questa proteina contiene un pigmento formato soprattutto da ferro, che conferisce il tipico colore rosso degli eritrociti.
La vita media di un eritrocita è circa 120 giorni. Quelli vecchi e degradati, o persi ad esempio per emorragia, sono prontamente sostituititi dai nuovi, prodotti continuamente nel midollo osseo. È la milza l’organo deputato a eliminare gli eritrociti da rimpiazzare.
Eritrociti: come si misurano e come funziona l’esame per contarli
L’esame per “contare” gli eritrociti si chiama esame emocromocitometrico o emocromo e consiste nella misurazione della loro quantità (per unità di volume del sangue).
Si tratta di un test richiesto dal medico per valutare lo stato di salute generale del soggetto o se sospetta la presenza di patologie. Questo esame è, infatti, molto importante nella diagnosi e/o nel monitoraggio di molte malattie che alterano la produzione o la sopravvivenza dei globuli rossi.
In particolare, in caso di bassi valori di globuli rossi, è concreto il sospetto di anemia. Al contrario, valori più alti del normale possono far pensare alla presenza di policitemia.
Si esegue con un semplice prelievo del sangue e, a parte il digiuno, è un test che non richiede specifiche preparazioni.
I risultati devono essere interpretati solo da un medico, anche perché ci sono dei fattori che possono influenzare il test. Tra questi:
- Essere stati sottoposti a recente trasfusione di sangue.
- Alterazione dai parametri di riferimento temporanea, che può essere corretta e/o ritornare alla normalità risolvendo o trattando la causa o la patologia sottostante.
- Accumulo dei fluidi corporei durante la gravidanza, con la conseguente diminuzione della conta degli eritrociti dovuta all’aumento del volume dei fluidi.
- Vivere o lavorare ad alta quota comporta un aumento del numero di eritrociti come risposta dell’organismo alla scarsa disponibilità di ossigeno per l’altitudine.
- Fumare, poiché nei fumatori la ridotta disponibilità di ossigeno può aumentare i valori. Si tratta di un meccanismo di compensazione rispetto all’anidride carbonica inspirata dai polmoni.
Infine, le donne tendono ad avere una quantità di eritrociti lievemente più bassa rispetto agli uomini.
Infine, è elevata nei neonati, diminuisce durante l’infanzia e raggiunge livelli vicini a quelli dell’età adulta durante la pubertà e l’adolescenza.
Globuli rossi: a cosa servono
La funzione principale dei globuli rossi è quella di trasportare ossigeno negli organi e nei tessuti del nostro corpo. In pratica, portano l’ossigeno alle cellule e recuperano l’anidride carbonica da eliminare.
Questo meccanismo è alla base delle nostre funzioni vitali. Si tratta di un ciclo continuo, che non si ferma mai, e che vede i globuli rossi protagonisti del nostro complesso sistema respiratorio che ci consente di vivere. Si può sintetizzare in questo modo:
- L’ossigeno entra nei polmoni.
- Il midollo osseo produce l’emoglobina e gli eritrociti che si immettono nel sangue.
- Il cuore pompa il sangue verso i polmoni e gli eritrociti, grazie all’emoglobina che trasportano, si caricano di ossigeno.
- Il sangue ricco di ossigeno scorre nelle vene e nei capillari e raggiunge tutti i distretti corporei e scarica l’ossigeno caricandosi di anidride carbonica.
- I globuli rossi pieni di carbominoemoglobina tornano al cuore, per ricaricarsi di ossigeno.
Quali sono i valori normali
Nella media, un adulto ha una quantità di eritrociti pari a 5 milioni per mm3 (millilitro cubo) di sangue. Tuttavia, negli uomini oscilla tra i 4 e i 6 milioni/mm3, nelle donne, invece, scende tra i 4 ai 5 milioni/mm3.
Eseguire un emocromo periodicamente è utile per avere informazioni sul nostro stato di salute generale. Se i livelli di globuli rossi sono più alti o più bassi della media, quindi, può essere un’indicazione, anche se non vuol dire necessariamente soffrire di una malattia. Infatti, è sempre opportuno che sia un medico a interpretare i risultati.
L’emocromo è inoltre richiesto da medici di base e specialisti in caso di patologie già diagnosticate, prima di un intervento chirurgico o per monitorare un trattamento terapeutico in corso.
Eritrociti bassi: cause e sintomi
In linea generale, gli eritrociti bassi possono avere varie cause, tra cui l’anemia. Infatti, in questo caso, il midollo osseo non produce abbastanza globuli rossi, oppure sono carenti le riserve di ferro nel corpo per produrre l’emoglobina (e quindi gli eritrociti).
In questo caso, l’apporto di ossigeno agli organi e tessuti è inadeguato, pertanto possono presentarsi sintomi come stanchezza, pallore, affaticamento e affanno, tutti segni (anche se poco specifici) che possono indicare una diminuzione di globuli rossi nel sangue.
Solitamente tra le cause più comuni si possono riscontrare:
- Una perdita di eritrociti, acuta o cronica come nel caso delle emorragie interne (ad esempio causate da ulcere o tumori) o di un ciclo mestruale molto abbondante (ipermenorrea).
- Malattie o disturbi che condizionano la produzione di eritrociti da parte del midollo osseo.
Infatti, gli eritrociti bassi si associano spesso a patologie del sangue (come l’Anemia emolitica, l’Anemia falciforme e l’Anemia mediterranea) o a carico dei reni (insufficienza renale), che producono l’eritroproteina, l’ormone che stimola la produzione di globuli rossi.
Tuttavia le cause si possono riscontrare anche in malattie o lesioni del midollo osseo, in caso di leucemia, nelle malattie infiammatorie croniche o per carenze nutrizionali (ad esempio da vitamine del gruppo B e/o da acido folico).
Ricordiamo che è soltanto il medico che può interpretare i valori dell’emocromo e prescrivere ulteriori approfondimenti diagnostici. Un numero di globuli rossi basso può essere temporaneo e risolto con un’adeguata terapia.
Eritrociti alti: cause e sintomi
Un alto numero di globuli rossi nel sangue, invece, è una condizione meno frequente. In questo caso si parla di policitemia. Il sangue è più denso e la circolazione rallenta.
La sintomatologia in questo caso comporta:
- Mal di testa
- Disturbi della vista
- Vertigini
- Rossore
- Disturbi del sonno
- Dolori articolari e splenomegalia (ingrossamento della milza).
Si può trattare, nondimeno, di una situazione momentanea, che non indica la presenza di patologie. Ma solitamente, se la differenza con i livelli normali di riferimento è piuttosto ampia, le cause possono essere, a parte la policitemia (una malattia piuttosto rara in cui l’organismo produce più eritrociti rispetto alla norma):
- Malattie renali o tumori che comportano una maggiore produzione di eritropoietina.
- Cause genetiche che determinano, ad esempio, un’anomalia nel legame tra emoglobina e ossigeno.
- Malattie polmonari, in cui la quantità di ossigeno scarseggia e il corpo cerca di compensare aumentando il numero di globuli rossi.
- Patologie a carico del cuore (che non riesce a pompare adeguatamente il sangue per cui diminuisce la quantità di ossigeno a disposizione e il corpo cerca di compensare ampliando la quantità di globuli rossi).
Eritrociti nelle urine
La presenza di eritrociti nelle urine (ematuria) può avere molteplici cause. In genere si tratta di piccoli traumi o lesioni, calcoli renali o vescicali, ostruzioni dell’apparato urogenitale, malattie sessualmente trasmesse, infezioni, assunzione di farmaci specifici, nefropatia (malattie o danni renali) o tumori.
Può anche dipendere da semplici infiammazioni del dotto urinario. Per questo motivo, è necessario consultare subito il proprio medico di base per indagare e approfondire le cause sottostanti.
Infatti, anche se il riscontro di eritrociti nelle urine non è solitamente preoccupante, talvolta può essere il sintomo di una patologia più seria che, se non curata, può causare problemi anche gravi.
Diagnosi e trattamento
La presenza di valori alterati nei test diagnostici richiede certamente una valutazione successiva da parte del medico di base o specialista per individuare le cause sottostanti.
Infatti, in questi casi, oltre all’emocromo, saranno prescritti altri esami di approfondimento come:
- Ematocrito: è un esame del sangue che misura la percentuale del volume sanguigno occupata dagli eritrociti.
- Striscio di sangue periferico: è un’analisi al microscopio che serve a rilevare la presenza di anomalie morfologiche delle cellule del sangue.
- Conta dei reticolociti: serve a rilevare il numero di globuli rossi “nuovi” (immaturi).
- Ferro/Sideremia: è importante per individuare eventuali carenze di ferro, elemento fondamentale per la produzione di globuli rossi.
- Biopsia osteomidollare: per cercare eventuali anomalie del midollo osseo responsabili dell’alterazione della conta eritrocitaria.
- Dosaggio di vitamina B12 o folati: poiché si tratta di sostanze fondamentali per la normale produzione di eritrociti.
Per prescrivere la corretta terapia, è necessario per il medico stabilire la causa dell’alterazione del numero di globuli rossi. Per alcuni tipi di anemia, si possono assumere specifici integratori, mentre in altri casi può essere necessaria la sospensione di terapie farmacologiche specifiche.
Invece, nei casi più gravi, è possibile ricorrere a una trasfusione di sangue. Esistono, inoltre, alcuni farmaci in grado di stimolare il midollo osseo alla produzione di eritrociti. Sono utilizzati soprattutto in caso di chemioterapia o radioterapia.
Certamente una dieta equilibrata può aiutare nella prevenzione dell’anemia causata da carenze di ferro e di vitamina B12 o di folati. Infatti, se la carenza è nutrizionale, il medico può raccomandare l’assunzione di integratori.
Se, invece, la causa è il malassorbimento intestinale o un sanguinamento, ci troviamo di fronte a malattie che non possono essere corrette con l’alimentazione.
Quanto conta la dieta?
In assenza di condizioni patologiche, è possibile prevenire l’anemia proprio attraverso un’alimentazione equilibrata.
Sono molti i cibi, infatti, che consentono il corretto apporto di ferro e di vitamine nel sangue. Quindi, una dieta corretta dovrebbe includere:
- Cereali e riso.
- Verdure (come patate, carote, broccoli, pomodori, spinaci).
- Uova.
- Legumi.
- Carne rossa e bianca (il ferro di provenienza animale è di più rapido assorbimento).
- Frutta secca (soprattutto mandorle ricche di ferro).
- Pesce e molluschi.
Sono anche consigliati succhi di agrumi, ricchi di vitamina C, e integratori contenenti rame, che aiuta l’organismo ad assorbire il ferro.
Da evitare l’eccessivo consumo di alcool, che può interferire con la capacità di assorbire l’acido folico (essenziale per la produzione di globuli rossi), le bevande contenenti caffeina o anidride carbonica, antiacidi, integratori a base di calcio e tè nero.
È importante, infine, sapere che se si deve aumentare l’apporto di ferro, occorre fare attenzione alle associazioni.
Infatti, per assorbire il ferro presente negli alimenti che ne contengono in buone quantità, è necessario ridurre l’apporto di fibre, di tannini (contenuti, ad esempio, in vino rosso, tè e cacao), di calcio e fosforo (presenti soprattutto nei latticini), poiché sono antagonisti del ferro.
Fonti
- E. Dzierzak, S. Philipsen, Eritropoiesi: sviluppo e differenziazione, Cold Spring Harb Perspect Med 2013;3(4), doi: 10.1101/cshperspect.a011601.
- La conta dei globuli rossi – Lab Test.
- Enciclopedia britannica.
- D. Sadava, G. Heller, G. Orians, W. Purves, D. Hillis, M. Pignocchino, L’apparato cardiovascolare e il sangue, Zanichelli.
- Globuli Rossi: cosa sono, quanti sono e a cosa servono? – Dovemicuro.it.