Sommario
Un aerosol è una sospensione gassosa di minuscole particelle liquide e/o solide, solitamente somministrata da un dispositivo medico come un inalatore. L’aerosolterapia sfrutta questa condizione fisica e genera una miscela aria-farmaco. Poi, è emessa all’esterno ed inalata in modo che il farmaco possa penetrare nelle vie respiratorie e raggiungere i bronchi. L’aerosol è generalmente impiegato nella terapia di patologie respiratorie, per le quali il modo più efficace di somministrare i farmaci è la via inalatoria.
Quindi, l’aerosolterapia consente di ottenere un’azione locale mirata, senza coinvolgere l’organismo a livello sistemico.
La selezione del dispositivo di erogazione per aerosol più appropriato è fondamentale per l’ottimizzazione della terapia inalatoria. Inoltre, i medici svolgono un ruolo fondamentale nell‘educazione dei pazienti nell’utilizzo dei dispositivi. In più, il dispositivo richiede anche una corretta manutenzione e un’attenta pulizia ed igiene delle attrezzature.
Tuttavia, è fondamentale anche l’igiene e il lavaggio delle mani prima dell’utilizzo. Infine, è importante ricordare che come per ogni terapia è imortante attenersi alle indicazioni del proprio medico.
Aerosol e aerosolterapia: cos’è
L’aerosolterapia è una tecnica di somministrazione dei farmaci, usata principalmente in patologie e disturbi respiratori. Può essere utile, infatti, anche in caso di raffreddore. L’aerosolterapia necessita di un dispositivo che riduca le sostanze terapeutiche in microscopici corpuscoli che riescono a raggiungere con maggiore facilità le basse vie respiratorie.
Il vantaggio di utilizzare l’aerosol per il trattamento delle malattie respiratorie è che il farmaco viene erogato direttamente nel sito di azione. Questo consente effetti terapeutici più rapidi utilizzando una dose nominale inferiore.
I fattori che influenzano la deposizione di particelle inalate possono essere classificati in tre aree principali:
- fisica degli aerosol.
- Anatomia delle vie respiratorie.
- Modelli di flusso d’aria nelle vie aeree polmonari.
Nella fisica degli aerosol, le forze che agiscono su una particella e le sue proprietà fisiche e chimiche influenzeranno la deposizione. Ad esempio, sono:
- dimensione delle particelle.
- Densità.
- Forma.
- Carattere igroscopico o idrofobico.
- Reazioni chimiche della particella.
Aerosol atmosferico
L’aerosol atmosferico, noto anche come particolato (PM), è una sospensione di particelle solide fini o goccioline liquide nell’aria. Possono provenire da fonti naturali come:
- sale marino
- Polvere del deserto.
- Eruzione vulcanica.
- Incendi boschivi.
Ma anche da fonti antropogeniche come i combustibili fossili e la combustione di biomasse.
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- Elevata percentuale di particelle diffuse nei polmoni
Vie respiratorie e aerosol
Invece, per quanto riguarda l’anatomia delle vie respiratorie, parametri importanti sono i diametri, le lunghezze e gli angoli di ramificazione dei segmenti delle vie aeree, che determinano la deposizione. I fattori fisiologici includono il flusso d’aria e i pattern respiratori, che influenzano la deposizione delle particelle.
Inoltre, la possibilità che le particelle dell’aerosol si depositino nelle vie aeree dipende sia dalla formulazione farmacologica sia dalle proprietà del dispositivo. In ogni caso, è influenzata dalla tecnica di inalazione del paziente, dallo stato delle vie aeree e dalla meccanica polmonare.
Anche la velocità a cui l’aerosol è generato può influire sulla frazione trasportata alle vie respiratorie inferiori.
Ad esempio, gli aerosol generati a una velocità molto alta tendono a depositarsi prevalentemente nelle vie aeree superiori. Fattori legati al pattern respiratorio del paziente possono influenzare la deposizione delle particelle.
Inoltre, una respirazione lenta e profonda con una pausa a fine inspirazione di alcuni secondi (4-10 sec) promuove per gravità la deposizione delle particelle dell’aerosol nelle vie aeree inferiori. Allo stesso modo, il volume di aria inspirata può influenzare la quantità e la profondità di deposizione delle particelle nelle vie aeree inferiori.
Aerosol: come si usa e a cosa serve
Questo dispositivo permette di:
- umidificare le vie aeree.
- Somministrare localmente i farmaci vaporizzati in soluzione fisiologica.
- Ridurre i broncospasmi a carico del lume bronchiale e l’edema delle mucose respiratorie.
- Rendere le secrezioni tracheo-bronchiali più liquide, in modo da facilitarne l’eliminazione.
Cosa mettere nell’aerosol
Le sostanze terapeutiche più usate per via aerosolica sono:
- mucolitici.
- Cortisonici.
- Antibiotici.
- Antinfiammatori.
- Antiallergici preventivi.
- Antiasmatici.
- Broncodilatatori.
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Come fare l’aerosol ai bambini piccoli
Antonio Boccazzi, infettivologo e dirigente medico nell’Unità di Pediatria a media intensità alla Clinica De Marchi di Milano, ci avverte che “fare bene un aerosol non è una cosa così semplice e immediata.
Innanzitutto, perché serva a qualcosa, il bambino deve essere tranquillo, se è agitato o piange l’utilità della pratica è pari a zero.
La macchinetta va pulita bene, con acqua calda dopo ogni utilizzo, asciugata e messa via. Se lo strumento non viene pulito, si rischia di fare ventilazioni che portano con sé un carico di germi.
Nei bambini piccoli va usata una mascherina che sia adatta alla conformazione del viso, per evitare che vada tutto a finire negli occhi. E nella prima infanzia non deve essere assolutamente usato l’aerosol a ultrasuoni”.
Aerosol: per quale patologie
Malattie respiratorie
L’uso principale dell’aerosolterapia è il trattamento dei disturbi respiratori che includono:
- malattie polmonari ostruttive
- asma.
- Malattie polmonari ostruttive croniche (inclusi bronchite ed enfisema).
- Bronchiectasie.
- Fibrosi cistica.
- Ipertensione arteriosa polmonare.
- Malattie polmonari infettive.
Con l’avvento dei farmaci macromolecolari (molecole di massa elevata), l’aerosolterapia viene studiata per l’uso in molte malattie sistemiche non respiratorie.
Infatti, la terapia inalatoria può essere una comoda alternativa alle iniezioni per condizioni croniche e per migliorare il comfort del paziente.
I farmaci macromolecolari, a causa delle loro proprietà biochimiche, non sono adatti all’assunzione orale e richiedono una somministrazione parenterale (iniezioni nella pelle, nei muscoli o nelle vene). Quindi, il progresso nei sistemi di somministrazione di aerosol ha consentito una migliore efficienza e precisione nella somministrazione di farmaci direttamente ai polmoni, dove vengono rapidamente assorbiti nel flusso sanguigno.
Altre indicazioni per l’uso dell’aerosolterapia includono:
- gestione delle riacutizzazioni
- Trattamento a lungo termine della malattia polmonare ostruttiva cronica (BPCO).
- Controllo terapeutico della fibrosi cistica.
- Ricerca di un sollievo sintomatico nelle cure palliative.
Tuttavia, un uso limitato dei nebulizzatori può essere indicato anche per la gestione dell’asma bronchiale.
Malattie non respiratorie
La terapia aerosol è attualmente studiata per l’uso in diverse condizioni non respiratorie che includono:
- diabete
- Analgesia.
- Disturbi della tiroide.
- Malattie genetiche.
Aerosol e bambini
I farmaci aerosolizzati sono frequentemente somministrati a pazienti pediatrici per:
- alleviare il broncospasmo
- Ridurre l’infiammazione delle vie aeree.
- Facilitare l’eliminazione del muco.
- Migliorare il flusso sanguigno polmonare.
- Prevenire o curare le infezioni.
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Com’è fatta la macchina dell’aerosol
Il dispositivo per l’aerosolterapia trasforma il farmaco in aerosol dalle gocce molto fini. Quindi, il liquido, immesso da un ugello, viene disperso da un diffusore, che ne consente la veicolazione attraverso l’albero respiratorio.
Tipologie di dispositivi
Esistono tre tipologie di dispositivi che permettono la terapia inalatoria.
- Sistemi che erogano dosi prestabilite di farmaco attraverso un gas propellente (pMDI – pressurized Metered Dose Inhaler).
- Quelli che nebulizzano il farmaco (nebulizzatori).
- Sistemi che erogano dosi prestabilite di farmaco come polvere secca (DPI – Dry Powder Inhaler).
- PZN-04086429.
- 1 pezzo.
- Articolo in libera vendita.
1 – Inalatori predosati (PMDI)
Gli pMDI erogano una dose fissa di farmaco da un contenitore pressurizzato contenente una miscela di farmaco/propellente. Il contenitore è racchiuso in una custodia di plastica con un boccaglio da utilizzare per l’inalazione. Il contenitore viene premuto (attivazione) per rilasciare una dose misurata di farmaco.
Tuttavia, per semplificare la tecnica, diverse aziende hanno prodotto pMDI attivati dal respiro. Con questi dispositivi, l’inalazione attraverso il boccaglio innesca il rilascio di aerosol, anche se alcuni richiedono ancora l’azione di premere un pulsante o sollevare una leva prima di ogni utilizzo.
Inoltre, il contenitore contiene una combinazione di quanto segue:
- farmaco come soluzione o sospensione.
- Tensioattivo, sostanza che riduce la tensione superficiale e aiuta a disperdere la soluzione in particelle di aerosol.
- Propellente che spinge le particelle in avanti.
Vantaggi
- Portabilità.
- Può erogare più dosi.
- Basso rischio di contaminazione batterica.
Svantaggi
- Necessità di attivazione e inspirazione da coordinare con precisione.
- Deposizione del farmaco in bocca e in gola.
- Possibile infiammabilità del propellente pressurizzato.
- Non può essere utilizzato da persone con sensibilità o cardiotossicità ai propellenti.
- Adatto per il trattamento di disturbi polmonari, tracheiti, bronchiti, sinusiti, allergie e...
- Utilizzabile con tutti i medicinali
- Accessori inclusi : 1 nebulizzatore, 1 maschera adulto, 1 maschera pediatrica, 1 forcella nasale, 1...
2 – Nebulizzatori
I nebulizzatori sono dispositivi elettrici che trasformano le soluzioni farmacologiche in particelle di aerosol respirabili, in un processo noto come nebulizzazione.
I nebulizzatori da tavolo possono essere collegati a prese a muro, mentre i modelli portatili funzionano a batterie.
Quindi, sono utili per somministrare farmaci per inalazione a pazienti che sono troppo malati o troppo giovani per utilizzare altri dispositivi di inalazione. Inoltre, possono essere utilizzati con un boccaglio o una maschera.
Esistono tre tipi di nebulizzatori:
- a getto pneumatico. Utilizza gas compresso per nebulizzare la soluzione. Un compressore alimentato invia aria pressurizzata o ossigeno attraverso un tubo in un’ampolla di farmaco liquido aerosolizzandolo.
- Ultrasuoni. Un’unità singola compatta che utilizza vibrazioni ad alta frequenza per nebulizzare il farmaco. Le particelle di aerosol possono essere leggermente più grandi di quelle prodotte dai nebulizzatori a getto. I nebulizzatori a ultrasuoni non sono efficienti nella nebulizzazione delle sospensioni.
- Nebulizzatore a rete vibrante. Sono dispositivi portatili a batteria che utilizzano una rete molto fine per scomporre la soluzione in particelle di aerosol. I nebulizzatori a rete sono gli ultimi prodotti e producono le particelle di aerosol più fini, ma sono anche i più costosi.
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Vantaggi del nebulizzatore
- Utile per i pazienti che non possono utilizzare altri tipi di dispositivi di inalazione.
- Possono essere somministrate grandi dosi di medicinale.
- Non è richiesta la coordinazione del paziente.
Svantaggi
- Costo maggiore.
- Più difficile da portare in giro.
- Richiede più tempo per impostare e somministrare i farmaci.
- I nebulizzatori a getto necessitano di una fonte di gas compresso.
3 – Aerosol DPI
Infine, i DPI creano un aerosol dirigendo il flusso inspiratorio del paziente attraverso un farmaco in polvere all’interno del dispositivo. Inoltre, alcuni sono precaricati con dosi multiple che vengono aerosolizzate una alla volta.
Alcuni sono dispositivi monouso che il paziente deve caricare con una capsula di farmaco in polvere per ogni dose.
Vantaggi
- Portabilità.
- Nessun propellente.
- Non necessita di distanziatori.
- Azionato dal respiro, quindi non necessita di coordinamento.
Svantaggi
- Richiedono un buon flusso di inalazione, quindi non sono adatti a pazienti con attacchi acuti di asma o bambini con ridotta funzionalità polmonare.
- Deposizione di farmaci in gola.
- L’umidità può far accumulare la polvere e impedirne la dispersione.
Accessori in dotazione con aerosol
Tra gli accessori in dotazione dei dispositivi ci sono inoltre:
Boccaglio
E’ un erogatore che permette al nebulizzato di raggiungere le vie respiratorie intratoraciche evitando la barriera dei turbinati nasali, che ne filtrerebbero una buona parte. Indicato per patologie bronchiali.
Il boccaglio va tenuto tra i denti, con le labbra chiuse e il naso tappato. Il suo uso è più adatto per gli adulti o i bambini in età scolare.
Mascherina
La mascherina è molto usata in età pediatrica perché presenta una forma ergonomica. Quindi si adatta alle dimensioni del viso dei bambini.
Forcella nasale
Si impiega per veicolare prevalentemente nelle cavità nasali e nel rinofaringe in patologie che colpiscono il naso e annessi. Ad esempio:
- riniti
- sinusiti
- otiti.
Doccia nasale micronizzata
Presenta la caratteristica di erogare alti flussi di nebulizzato in particelle di dimensioni maggiori rispetto agli accessori visti in precedenza. Quindi, le docce nasali trovano impiego per la detersione e idratazione delle cavità nasali.
In ogni caso, la letteratura scientifica conferma che tutti i tre dispositivi per la somministrazione di aerosol sono egualmente efficaci se utilizzati correttamente.
Aerosol: cortisone e soluzione fisiologica
Il problema dell’utilizzo sbagliato dell’aerosol deriva anche dal fatto che per le affezioni della alte vie respiratorie, c’è la consuetudine errata di utilizzare nel nebulizzatore farmaci a base di cortisone.
E sono proprio questi ultimi che sono finiti nel mirino dell’Associazione Culturale Pediatri (Acp), libera associazione di 2.500 tra pediatri delle cure primarie, ospedalieri e universitari.
Tra le pratiche errate segnalate dall’ACP al primo posto c’è “l’uso abituale di cortisonici inalatori nelle flogosi (infiammazioni) delle prime vie respiratorie dei bambini”.
Infatti, tale pratica, se prolungata nel tempo, è associata anche ad effetti collaterali come il mughetto in bocca (micosi dovuta alla Candida) in quanto il cortisone indebolisce il sistema immunitario.
Inoltre, provoca l’irritazione delle mucose della gola o delle mucose delle cavità nasali, con sanguinamenti o possibile peggioramento del raffreddore.
Infine, un’ulteriore ricerca conferma che nel trattamento dei malanni stagionali che colpiscono la prima infanzia, l’efficacia dei farmaci cortisonici si è rivelata pari a quella della soluzione fisiologica, ovvero acqua purificata e sale allo 0,9%.
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