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Sale iposodico: cos’è, valori nutrizionali, benefici, come usarlo controindicazioni

Sale iposodico: che cos'è, benefici, differenze con sale iodato, usi

Il sale iposodico non è altro che una tipologia di sale da cucina a basso contenuto di sodio. Puoi acquistarlo in tutti i supermercati di generi alimentari ed anche nei negozi online, ma a cosa serve?

Spesso il consumo viene suggerito alle persone che devono seguire una dieta a ridotto contenuto di sodio. Ad esempio, viene proposto nel trattamento dietetico finalizzato a prevenire o gestire l’ipertensione e la ritenzione idrica.

Anche se in concentrazioni ridotte rispetto al comune sale da cucina, quello iposodico contiene comunque sodio. È veramente una valida alternativa per combattere l’ipertensione? Che differenza c’è tra sale iposodico e sale iodato?

Continua a leggere per conoscere le proprietà del sale iposodico e come usarlo nel modo giusto.

Cos’è il sale iposodico

Si tratta di un tipo di sale utilizzato in sostituzione del sale comune, perché con un contenuto inferiore di sodio. Il sale iposodico è un particolare tipo di sale in cui l’elemento che lo compone, cioè il cloruro di sodio, normalmente presente nel sale da cucina, è sostituito in gran parte dal cloruro di potassio.

È quindi un “sostituto del sale”, solitamente indicato a chi deve seguire un particolare regime dietetico come quello iposodico (ad esempio, in caso di pressione alta). Grazie al ridotto apporto di sodio alimentare, consente pertanto di diminuire il rischio di malattie cardiovascolari e di fare prevenzione anche a tavola. 

Nel sale iposodico la quantità di sodio non deve superare il 35% (circa 13,6 g per 100 g di prodotto) e il rapporto potassio/sodio deve essere di almeno 1,5/1. 

La tipologia di sale a basso contenuto di sodio può contenere fino al 75% di sodio in meno rispetto al comune sale da cucina. Ecco perché questo sale viene spesso consigliato nelle diete a basso contenuto di sodio, o nel trattamento dietetico dell’ipertensione.

Il sodio è da sempre visto come “nemico delle arterie” o “causa degli inestetismi della cellulite”. Tuttavia, nelle giuste dosi, è un elemento fondamentale per il nostro metabolismo. Capiamo perché.

Perché il sodio è importante?

Il sodio è importante per numerose funzioni biologiche, tra queste:

Eccesso di sodio: rischi per la salute

Come spesso accade, un elemento benefico può diventare dannoso se consumato in eccesso. Questo è vero anche nel caso del sodio. Fondamentale per molte funzioni biologiche, può rappresentare un problema se non correttamente bilanciato nella dieta!

Infatti, troppo sodio può essere la causa di:

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) suggerisce di non consumare oltre i 2 g di sodio/giorno. Purtroppo è molto facile superare tale valore, a discapito della tua salute.

Infatti, gli alimenti che comunemente portiamo sulle nostre tavole, come pesce, carne e anche alcune verdure, contengono naturalmente sale. Questo non possiamo rimuoverlo. 

Invece, possiamo intervenire riducendo le aggiunte di sale in cucina, ovvero i comuni “pizzichi di sale” (tecnicamente detti “sale discrezionale”).

I benefici del sale iposodico

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di non assumere più di 2 g di sodio con la dieta quotidiana, che corrispondono a circa 5 g di sale da cucina (più o meno un cucchiaino). Tuttavia, secondo le statistiche, in Italia il consumo giornaliero di sale si aggira sugli 11 mg, una quantità certamente da diminuire per salvaguardare il nostro benessere.

La scelta del sale iposodico quindi può essere molto utile in questa direzione. Inoltre, nel calcolo del consumo giornaliero di sale occorre tenere presente anche il cloruro di sodio presente naturalmente negli alimenti (ad esempio, pane, latte, uova, formaggi, ecc.) e quello aggiunto nei cibi trasformati (sia artigianali che industriali).

Secondo l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli alimenti e Nutrizione (INRAN), più della metà del sale è contenuto nei cibi conservati e precotti, circa il 10% negli alimenti freschi e almeno il 36% è aggiunto in tavola o durante la preparazione.

Sostituendo, pertanto, il sale da cucina con quello iposodico si evita di sommare altro sale ai piatti, facendo anche prevenzione. 

Infatti, in una sana alimentazione, la quantità di sale non dovrebbe superare la soglia indicata dall’OMS. Questo vale soprattutto in determinate circostanze. Ad esempio, se si soffre di ipertensione o insufficienza venosa, se si è in gravidanza (per ridurre la tendenza alla ritenzione idrica) o in forte sovrappeso. 

Quindi, sostituire il normale sale da cucina con quello iposodico presenta molti vantaggi per la salute, ma soprattutto consente di aggiungere potassio nella dieta. Si tratta di un minerale molto utile per l’organismo e uno dei più presenti e attivi nella vita cellulare. Svolge moltissime funzioni tra cui la corretta funzionalità renale, la trasmissione degli impulsi nervosi e la regolazione del battito cardiaco.

Non ci sono particolari controindicazioni nell’utilizzo del sale iposodico. È sempre bene però attenersi alle quantità consigliate dall’OMS, anche se in questo caso è possibile concedersi qualche grammo in più vista la bassa quantità di sodio che contiene (circa il 75% in meno).

Se si soffre di particolari patologie o si assume una specifica terapia farmacologica, infine, è opportuno chiedere consiglio al proprio medico.

I valori nutrizionali

Come il normale sale da cucina anche il sale iposodico non è un alimento energetico. È privo di macronutrienti (proteine, carboidrati e grassi), mentre presenta buone quantità di minerali.

Oltre al sodio (che è comunque presente), contiene potassio, magnesio, iodio e altri cloruri.

A parità di grammi, o pizzichi di sale, quello iposodico contiene meno sodio del comune sale da cucina:

In termini pratici, per rispettare il valore di assunzione raccomandato dall’OMS (2 g /giorno di sodio), è sufficiente non superare i 15-16 g/giorno di sale iposodico.

Al contrario, bastano 5 g/giorno (5 pizzichi) del comune sale da cucina per oltrepassare la soglia dei 2 g /giorno di sodio.

Valori nutrizionali per 100 g di prodotto

Sale iposodico e sale iodato: differenze e utilizzi

È facile confondere il sale iodato con il sale iposodico. Il sale iodato è sale comune addizionato con iodio, il sale iposodico contiene una minore quantità di sodio rispetto al sale comune.

Il sale iposodico, però, può essere anche addizionato con iodio, o ioduri di potassio. In questo caso si parla di sale iposodico iodato.

Capiamo bene quali sono le differenze tra queste tipologie di sale e quando utilizzarle.

Sale iposodico

Come suggerisce il nome, il sale iposodico è un sale a basso contenuto di sodio. 

Quanto sodio si perde?

La scelta dipende dal produttore e dipende dalla quota di cloruro di potassio che viene addizionata. Il prodotto finito può contenere fino al 75 % di sodio in meno rispetto al comune sale da cucina.

Il risultato è sempre un sale a minor contenuto di sodio, che può essere usato in sostituzione del comune sale da cucina sia a crudo, che in cottura.

È indicato nei trattamenti dietetici che richiedono un controllo sul consumo di sodio (diete iposodiche), per prevenire l’ipertensione arteriosa o altre condizioni mediche che richiedono una riduzione del consumo di sodio. Inoltre, è può essere utile per migliorare l’attività del sistema linfatico e contrastare gli inestetismi della cellulite.

Per chi già soffre di patologie cardiovascolari, o è sottoposto a terapia farmacologica si consiglia di consultare il proprio medico prima di sostituire il comune sale da cucina con quello iposodico. Un eccesso di potassio, infatti, potrebbe alterare l’effetto di alcuni farmaci.

Sale iodato

La base di partenza è sempre il comune sale da cucina ricavato dalle miniere (salgemma), o dall’acqua di mare. Il sale iodato è però addizionato con iodio: ioduro di potassio, o iodato di potassio.

A quale scopo viene addizionato lo iodio?

Lo iodio è un minerale fondamentale per il buon funzionamento della tiroide e la produzione degli ormoni tiroidei. Una sua carenza nella dieta può causare gravi scompensi al nostro metabolismo. Purtroppo, non tutti gli alimenti contengono iodio. La sua presenza nel cibo è influenzata in primis dalla vicinanza al mare. I prodotti ittici infatti ne sono ricchi, ma anche ortaggi coltivati lungo le coste. La popolazione dell’entroterra è quindi più a rischio di sviluppare carenze di iodio.

Per questo motivo si è pensato ad un “integratore” facile da usare e da portare sulle tavole. Cosa meglio del sale da cucina? Ecco che l’aggiunta di iodio si rivela un’ottima scelta alimentare per la prevenzione di gozzo endemico e disfunzioni alla tiroide.

I commercianti, o le strutture alberghiere e di ristorazione collettiva devono sempre mettere il sale iodato a disposizione del consumatore. Non è solo una scelta etica ma un obbligo di legge!

Il Ministero della Salute ha sancito le specifiche nel documento: “Disposizioni finalizzate alla prevenzione del gozzo endemico e di altre patologie da carenza iodica”. Con la Legge n° 55 (21 marzo 2005), all’articolo 3, pone infatti l’obbligo ai punti vendita (supermercati e ristoratori) di offrire la scelta del sale iodato ai consumatori.

Scopri il nostro approfondimento sul sale iodato

Sale iposodico iodato

Questo sale è la combinazione tra le due tipologie di sale appena descritte. Si tratta di sale iposodico (a ridotto contenuto di sodio) a cui è stato aggiunto iodio (ioduro o iodato di potassio). Ne consegue che il contenuto di sodio viene ridotto da due fronti.

  1. Con la sostituzione parziale del cloruro di sodio con cloruro di potassio.
  2. Con l’aggiunta di iodio, ovvero ioduro di potassio, o iodato di potassio.

Questa combinazione riduce comunque la concentrazione di sodio. Come?

L’aggiunta di iodio aumenta la massa totale dal composto chimico. Così facendo la concentrazione di sodio sul totale diminuisce ulteriormente.

Cosa cambia in pratica rispetto al comune sale da cucina?

A parità di grammi, o “pizzichi di sale”, scegliendo l’iposodico iodato avrai un apporto maggiore di iodio e potassio, e allo stesso tempo meno sodio.

Il sale iposodico arricchito di iodio è quindi un ottimo rimedio per controllare l’ipertensione arteriosa e allo stesso tempo previene la formazione di gozzo e disfunzioni alla tiroide.

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Controindicazioni del sale iposodico

Il sale iposodico di per sé non ha controindicazioni. Tuttavia, un uso sbagliato potrebbe far prevalere gli svantaggi sui benefici.

È un sale a basso tenore di sodio perché il cloruro di sodio viene parzialmente sostituito dal cloruro di potassio.

Le nostre papille gustative riconoscono il cloruro di sodio come “salato”. Il cloruro di potassio è invece insapore. Non percependo il “salato”, si potrebbe esagerare nel dosaggio, rendendo vane le proprietà iposodiche di questa tipologia di sale.

Ci sono comunque altri rimedi che ti permettono di avere piatti gustosi e saporiti senza mettere a repentaglio la salute del cuore e delle arterie con un eccesso di sale, o di potassio.

A chi è sconsigliato

È consigliato nelle diete a basso contenuto di sodio e nel trattamento dietetico dell’ipertensione, ma non tutti dovrebbero preferirlo. Alcune persone, infatti, non traggono beneficio dalla riduzione di sodio nella dieta. È questo il caso di atleti agonisti, o pazienti in terapia farmacologica.

Atleti agonisti

Con il sudore vengono eliminate sia le tossine che molti sali minerali. Questi devono essere reintegrati con l’alimentazione. Il sale iposodico non è un buon integratore di sali.

Pazienti in terapia farmacologica

Chi fa uso di farmaci diuretici risparmiatori di potassio, o ACE- inibitori, non trae beneficio dall’utilizzo di sale iposodico (ricco di potassio). Infatti, un eccesso di potassio potrebbe rendere vana l’azione dei farmaci o creare problemi al sistema escretore.

Patologie croniche

L’uso di sale iposodico è controindicato a chi soffre di:

In questi casi si consiglia di rivolgersi al proprio medico curante, o ad un esperto della nutrizione, per fare un uso responsabile del sale iposodico.

Alternative sane al sale

Ci sono altri rimedi che ti permettono di avere piatti gustosi e saporiti senza mettere a repentaglio la salute del cuore e delle arterie con un eccesso di sale, o di potassio.

Si tratta di valide alternative al sale da cucina per dare sapore ai tuoi piatti.

Spezie

Paprika, curcuma, noce moscata, chiodi di garofano, pepe nero e peperoncino, ecc. 

Erbe aromatiche

Basilico, prezzemolo, erba cipollina, rosmarino, salvia, origano, maggiorana e tutte le erbe tipiche della macchia mediterranea; aglio e cipolla freschi, essiccati o in polvere.

Dove comprare il sale iposodico e come usarlo

È acquistabile in qualsiasi periodo dell’anno. Puoi trovarlo sugli scaffali del supermercato o nei negozi online. È spesso riportato in etichetta il rischio per chi soffre di diabete o insufficienza renale.

Se lo scopo è prevenire l’ipertensione è importante, comunque, non superare i 5 g al giorno anche nel caso del sale iposodico. Questo per evitare di oltrepassare il valore di sodio raccomandato, dal momento che anche gli alimenti della tua dieta contengono sale. 

Il tutto nel rispetto di una dieta sana ed equilibrata a basso contenuto di sodio.

Come gestire il sale iposodico nei pasti principali?

In commercio ci sono molte tipologie di sale iposodico per tenere sotto controllo la pressione arteriosa o ridurre la ritenzione idrica.

Sono tutti prodotti ottenuti dalla lavorazione del comune sale da cucina, modificato con aggiunta di cloruro di potassio per sostituire almeno 2/3 (75%) del contenuto di sodio.

Per scegliere il sale iposodico migliore, il consiglio è di guardare sempre l’etichetta e assicurarti che abbia un contenuto di sodio inferiore a 15 mg/100 g. A parità di sodio, non tutte le tipologie di sale iposodico sono uguali. Alcune sono addizionate di altri minerali, come iodio o magnesio.

Il NovoSal Sale iposodico è ideale per il trattamento dietetico dell’ipertensione. Esiste anche la versione arricchita di iodio “NovoSal iodato”. Ha un contenuto di potassio pari al 28,5%, risulta meno amaro ed è di più facile dosaggio.

I contenuti sono stati redatti da Melarossa in collaborazione con Novosal. Nell’articolo sono presenti prodotti a fini promozionali.

Fonti
  1. Hernandez, A. V., Emonds, E. E., Chen, B. A., Zavala-Loayza, A. J., Thota, P., Pasupuleti, V.,  Miranda, J. J., et al. (2019). Effect of low-sodium salt substitutes on blood pressure, detected hypertension, stroke and mortality: A systematic review and meta-analysis of randomised controlled trials. Heart105(12), 953-960.
  2. O’Donnell, M., Mente, A., Alderman, M. H., Brady, A. J., Diaz, R., Gupta, R., Yusuf, S., et al. (2020). Salt and cardiovascular disease: insufficient evidence to recommend low sodium intake. European heart journal41(35), 3363-3373.
  3. Oparil, S. (2014). Low sodium intake—cardiovascular health benefit or riskN Engl J Med371(7), 677-679.
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