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Se ti chiedessi “cos’è il trekking?”, quale sarebbe la tua risposta? Forse pensi che sia un hobby, o magari uno sport estremo. C’è chi crede che si pratichi in solitaria, per meditare, e chi, invece, che si pratichi in compagnia.
La risposta esatta è che…tutte queste risposte sono esatte! Il trekking, infatti, può essere praticato da soli come in gruppo, si possono affrontare brevi camminate di qualche ora, o avventure che durano giorni; si può fare trekking sia d’estate che d’inverno, in montagna come al mare, in aree urbane o nella natura selvaggia.
In sintesi, potremmo dire che il trekking, più che uno sport, è una filosofia di vita alla portata di tutti, che coniuga il concetto di viaggio nella natura, con l’attività fisica della camminata.
Che cos’è il trekking?
Il nome trekking deriva dalla parola creola “trek”, un misto di olandese e africano. Significa letteralmente “fare un viaggio camminando lentamente”. Il trekking, infatti, è un misto di escursionismo e camminata.
Il termine nasce nell’attuale Africa del Sud, intorno al 1830, quando un gruppo di contadini e coltivatori africani, oppressi dai coloni olandesi, decisero di fuggire e intrapresero un lungo viaggio, a piedi e a bordo di carri trainati da buoi, alla ricerca di una nuova terra in cui insediarsi.
Questo viaggio fu chiamato “il Grande Trek” e quei pionieri “trekker”. I viaggi esplorativi che seguirono il Grande Trek vennero chiamati “trekking”, che significa letteralmente “viaggiare seguendo le orme dei carri”.
Col tempo il significato del termine è cambiato, adattandosi ai tempi, e ha assunto connotazioni leggermente diverse: in Italia, Spagna e Francia è sinonimo di escursione, nei paesi anglofoni significa invece “camminata all’aperto”.
Lo scopo del trekking è quello di esplorare le bellezze paesaggistiche del territorio, camminando lentamente. Questo consente ai trekker di trascorrere del tempo all’aria aperta, godendo dei benefici di un’attività fisica dolce e delle bellezze della natura incontaminata e non solo!
E’ un’attività che si svolge esclusivamente in outdoor, può essere praticata sia in città che alla scoperta di sentieri immersi nel verde, lontani dai centri abitati.
La pratica in breve
A seconda della durata e delle caratteristiche del percorso, lo sforzo fisco può essere più o meno impegnativo. È infatti possibile trovare sentieri adatti a famiglie con bambini e anche percorsi impegnativi, consigliati solo ai più esperti.
Questa varietà di condizioni rende il trekking un’attività adatta a tutti, senza limiti di età e che non richiede una particolare preparazione atletica.
Basta essere in salute e scegliere il percorso più adatto alle proprie capacità. Allenandosi e praticando con costanza, sarà poi possibile migliorare forma fisica e resistenza, per affrontare sfide sempre più impegnative e accedere a paesaggi suggestivi, immersi nella natura selvaggia.
Anche se viene spesso associato alla montagna, il trekking può essere praticato anche al mare e in località fluviali. Offre, inoltre, l’occasione per svolgere altre attività all’area aperta, come il campeggio, il birdwatching e la fotografia naturalistica.
Il trekking è un’attività motoria e non deve essere confuso con il Nordic walking che è una disciplina sportiva.
Preparazione fisica per il trekking
Fare trekking significa fondamentalmente camminare. Non ci sono tecniche o movimenti particolari da compiere. Il movimento di base prevede che all’avanzamento del piede sinistro corrisponda l’avanzamento della spalla destra e viceversa.
Per mantenere l’equilibrio tra il cingolo superiore (la spalla) e il cingolo inferiore (la gamba) è fondamentale mantenere una postura corretta, fare stretching, prima e dopo la pratica, e allenarsi con costanza. Questo ci consentirà di essere fisicamente preparati e di evitare gli infortuni.
Muscoli da rinforzare per praticare
Ovviamente la parte inferiore del corpo è quella più sollecitata durante la camminata e dev’essere adeguatamente allenata. Di seguito qualche semplice esercizio da fare comodamente a casa:
- Quadricipite: per evitare problemi alle ginocchia, soprattutto quando si affrontano discese ripide, è bene rinforzare questo muscolo con affondi e squat o salendo e scendendo una rampa di scale.
- Polpaccio: i polpacci sono importantissimi per mantenere l’equilibrio in camminata e per garantire la flessione del piede. Per allenarlo ti basterà salire e scendere lentamente sulle mezze punte. Dopo qualche ripetizione a gambe unite comincia ad allargarle gradualmente per far lavorare tutti i muscoli che compongono il polpaccio. Ripeti l’esercizio su un piede alla volta.
- Caviglia: per migliorare l’elasticità di questa articolazione, siediti sul tappetino ed effettua delle “escursioni” del piede (alterna la punta stesa al piede a martello). Un altro utile esercizio è la rotazione del piede verso l’esterno e poi, lentamente, verso l’interno, mantenendo sempre i talloni a terra.
Trekking: consigli per i principianti
Oltre ad avere un’adeguata forma fisica, è altrettanto importante approcciarsi alle specificità del trekking, in maniera graduale:
- Cominciare gradualmente: in questa prima fase bisogna essere costanti, ma senza strafare. Si può iniziare con brevi camminate una volta a settimana, fino ad arrivare a camminare tutti i giorni, creando le occasioni da inserire nella propria routine.
- Prendere contatto con la natura: un secondo step è quello di prendere confidenza coi sentieri al di fuori dei centri urbani, che presentano caratteristiche sicuramente molto diverse da quelle di una strada asfaltata.
- Aumentare la resistenza: in questa fase si potrà passare, sempre senza esagerare, a percorsi di volta in volta più impegnativi (in presenza di neve, dislivelli o a basse temperature) o di maggior durata, per testare i limiti e migliorare forma fisica e resistenza.
Abbigliamento per il trekking: come vestirsi?
Per difendersi dalle intemperie o dalle temperature più rigide della montagna bisogna vestirsi a strati, o “a cipolla” che dir si voglia. Ma vediamo più nel dettaglio.
Abbigliamento intimo
Detto in gergo tecnico base-layer, dev’essere traspirante e asciugarsi rapidamente, per mantenere sotto controllo la temperatura corporea, disperdendo il sudore verso gli strati esterni.
L’intimo può quindi essere in fibre sintetiche (poliestere, polipropilene) o in lana merino. Da evitare i capi in cotone, che tende a trattenere il sudore e impiega molto tempo ad asciugarsi.
Strato termico
Per chi pratica il trekking in montagna e nei mesi più freddi è molto importante anche la scelta dello strato intermedio tra giacca e intimo.
Anche in questo caso i materiali migliori sono sintetici, il preferito da trekker ed escursionisti è senza dubbio il pile: leggero, traspirante e idrofugo, come la lana riesce a garantire l’isolamento termico del corpo, col vantaggio di essere più leggero e meno voluminoso.
Giacca impermeabile
Fondamentale per un trekker è anche lo strato più esterno del vestiario.
Lo scopo della giacca impermeabile è quello di fare uscire verso l’esterno l’umidità generata con l’attività fisica, proteggendo il corpo da pioggia e vento.
Esistono due tipologie di base tra cui scegliere: i softshell, ovvero “gusci morbidi, dall’elevata vestibilità, e gli hardshell, cioè “gusci duri”, meno comodi ma più performanti.
A prescindere dal tipo di guscio, è importante ricordare che questo capo non ha la stessa funzione dello strato termico, evita quindi le giacche imbottite, voluminose e ingombranti. Da non sottovalutare l’importanza del cappuccio che dovrà essere regolabile, come la parte inferiore della giacca, e non removibile, per evitare infiltrazioni.
Per la stessa ragione i polsini dovranno avere un sistema di chiusura con velcro.
Pantaloni
Per la pratica nei mesi più caldi è meglio scegliere dei pantaloni (meglio se lunghi o modulabili) leggeri in fibre traspiranti e idrofughe, ideali per allontanare il sudore dalla pelle e per asciugare rapidamente in caso di un acquazzone estivo. Da evitare jeans e tute da ginnastica.
Per i mesi più freddi un’ottima scelta è quella del sistema a cipolla, come per la parte superiore del corpo: intimo tecnico costituito da una calzamaglia e pantaloni da trekking in tessuto traspirante, antivento e idrorepellente.
Devono, inoltre, essere dotati di tasche, cintura/bretelle e inserti di tessuto rinforzato. Da evitare i pantaloni da sci, rigidi e poco traspiranti.
Calze
Anche le calze sono fondamentali per fare trekking. Hanno il compito di mantenere il piede asciutto, riducendo al minimo l’attrito con la scarpa.
Le più tecniche sono dotate di fasce anti-torsione, per proteggere caviglia e arco plantare. Quelle estive sono realizzate in materiale leggero, resistente e traspirante, come polipropilene e lycra, quelle invernali, invece, sono in nylon e lana merino, per un miglior isolamento termico.
Scarpe da trekking
La scelta dipende dal tipo di trekking che si vuole fare (su sentieri forestali o accidentali, per escursioni di uno o più giorni, con uno zaino più o meno pesante…) ma una buona scarpa da trekking dovrà rispettare alcune caratteristiche tecniche:
- Comfort.
- Traspirabilità.
- Impermeabilità.
- Leggerezza.
- Performance.
In generale, per la pratica invernale la scarpa dovrà essere più pesante, alta, rigida e fasciare la caviglia, sostenendola e fornendo un adeguato isolamento termico.
Per i mesi estivi, invece, dovrà essere più leggera, traspirante e offrire una maggiore mobilità. In questo caso, una valida alternativa è costituita dai sandali da trekking.
Sono leggeri, traspiranti e confortevoli, sono l’ideale nei percorsi ricchi di corsi d’acqua e su terreni umidi e bagnati. Si chiudono con cinghie o fibbie regolabili e, come le scarpe chiuse, devono proteggere il piede. Meglio scegliere un modello dotato di rialzo anteriore e laterale, cuscinetto assorbente sotto il tallone e intersuola shock absorber.
Caratteristiche per scegliere le scarpe da trekking
La scarpa da trekking si compone di diversi elementi, le cui caratteristiche variano a seconda dell’utilizzo. Vediamoli uno ad uno:
- La suola: deve garantire ottime capacità di appoggio, anche sui terreni più accidentati, e di assorbimento di urti e sollecitazioni di vario genere e un grip ottimale anche in caso di pioggia. Anche la suola varia a seconda delle condizioni atmosferiche e del terreno. Per l’inverno è preferibile una suola con mescola meno morbida, con scanalature segnate, ideale su roccia, neve, fango e sentieri bagnati. Per l’estate meglio una suola con mescola morbida e scanalature meno segnate, più leggera e flessibile, adatta a terreni più regolari.
- Solette anatomiche: utilissime per migliorare la postura, ammortizzare ogni tipo di sollecitazione (dal peso dato dallo zaino alle asperità del terreno), sostenere l’arco plantare e prevenire problemi a spina dorsale e pianta del piede. Devono essere dotate di sostegni laterali di stabilizzazione, cuscinetti anti-urto, gel TPR e tessuto anti-sfregamento con trattamento antimicrobico.
- La tomaia: quelle realizzate in materiali sintetici sono più leggere e quindi più adatte a percorsi regolari e ad escursioni di breve durata. Quelle in pelle, invece, garantiscono maggiore protezione e sono, dunque, da preferire su terreni più accidentati.
- La fodera: realizzata in materiali sintetici, ha il compito di garantire l’isolamento termico e deve quindi essere impermeabile e traspirante.
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Vari tipi di trekking
I ritmi frenetici delle città e le interminabili ore passate in ufficio davanti ad uno schermo, hanno fatto aumentare il bisogno di evasione e di contatto con la natura.
Per questo, e per molte altre buone ragioni, il trekking ha preso sempre più piede negli ultimi anni e sono molte le varianti nate dalla fantasia delle associazioni di trekking sparse sul territorio. Eccone alcuni esempi:
- Escursione culturale: fare trekking diventa l’occasione perfetta per scoprire, oltre a paesaggi meravigliosi, anche le bellezze archeologiche storiche e culturali del territorio italiano.
- Bike Trekking: vivere un’avventura in sella ad una bici comoda e versatile, in grado di accompagnarci sia in città che su sentieri sterrati.
- Trekking per le scuole: percorsi organizzati in collaborazione con gli istituti scolastici, per educare i più giovani alla filosofia del cammino, coniugando gli obiettivi didattici con la conoscenza e il rispetto dell’ambiente e del territorio.
- Food trekking: il trekking per i più golosi, alla scoperta dei sapori tipici dei luoghi oggetto di esplorazione.
- Trekking urbano: escursioni organizzate per svelare gli angoli nascosti e inesplorati delle nostre città, per imparare a conoscerne la storia, i monumenti e le tradizioni.
I benefici del trekking
Per cominciare a fare trekking non c’è bisogno di una particolare forma fisica o di attrezzatura tecnica: bastano un paio di scarpe da trekking per cominciare a camminare e godere dei numerosi benefici che questa pratica può regalare a corpo e mente:
- Fare trekking consente di visitare luoghi meravigliosi e riconnettersi con la natura, godendo degli spettacoli che essa può offrire in ogni stagione.
- E’ una fantastica occasione per staccare dalla routine giornaliera, dallo schermo del computer, dallo smog delle città e dallo stress. Respirare aria fresca e pulita aiuta ad ossigenare il cervello, a meditare e migliora l’umore.
- È un’opportunità per trascorrere del tempo in compagnia, che si tratti della famiglia o di un gruppo di amici. È anche una buona occasione per socializzare e conoscere nuove persone che condividono la stessa passione.
- Il trekking è un’attività sportiva che coinvolge tutto il corpo e consente di svolgere un allenamento completo. Essendo uno sport di resistenza, che non prevede movimenti bruschi o sforzi eccessivi, è l’ideale per rimettersi in forma in maniera sicura. Rinforza il sistema muscoloscheletrico, stimolando dolcemente sia la muscolatura che le articolazioni. Migliora anche la respirazione e il sistema cardiocircolatorio, diminuendo il rischio di malattie cardiovascolari, di diabete e di ipertensione.
Gli errori più comuni
Come tutte le attività che si praticano all’aperto, anche il trekking può presentare qualche rischio. Meglio dunque essere sempre preparati e armarsi della giusta attrezzatura e, soprattutto, di buon senso, per evitare sgradevoli inconvenienti.
Ecco qualche semplice consiglio da seguire per fare trekking in sicurezza:
- Evita le scottature: un consiglio che può sembrare banale (ma non lo è!) è quello di applicare la protezione solare, anche quando le temperature sono più miti. La prolungata esposizione al sole, infatti, può causare scottature.
- L’idratazione è fondamentale: bere è importantissimo, anche quando non si ha molta sete. Questo capita soprattutto se si fa trekking in montagna, dove le temperature sono più basse e lo stimolo di bere è minore. Ricorda che svolgendo attività fisica, per quanto moderata possa essere, il corpo perde liquidi che vanno reintegrati per evitare la disidratazione.
- Utilizza solo attrezzatura e l’abbigliamento adatti: rivolgiti a negozi specializzati e ricorda che jeans e scarpe da ginnastica possono andare bene per una passeggiata in città ma sono assolutamente sconsigliati per fare trekking.
- Non sottovalutare le zanzare: non dimenticare di portare con te un repellente antizanzare, soprattutto se devi percorrere lunghe distanze e pernottare all’aperto.
- Trekking in alta quota: il mal di montagna è un fastidio comune se si fa trekking in alta quota e può mettere in difficoltà anche i trekker più esperti. Ricorda quindi di mettere nello zaino le medicine giuste per contrastarlo.
L’attrezzatura per praticare
L’attrezzatura, come l’abbigliamento, varia a seconda che si tratti di un’escursione di uno o più giorni, che preveda o meno il pernottamento.
Zaino
Le caratteristiche dello zaino dipendono dal tipo di trekking. Dovrà essere piccolo e leggero (max 30 litri) per percorsi di breve durata. Mentre, per escursioni di più giorni, bisognerà scegliere un modello sufficientemente rigido, con dorso ergonomico imbottito e morbido, per proteggere la schiena, dotato di spallacci e fascione ventrale regolabili (o alette lombari), che consentano di distribuire il peso su spalle e anche.
Nel caso di pernottamento all’aria aperta, verifica la presenza di cinghie per i carichi esterni, come sacco a pelo, materassino e componenti della tenda. Lo zaino, come l’abbigliamento, deve essere realizzato in materiale traspirante e impermeabile, meglio se con doppio accesso, per raggiungere facilmente l’attrezzatura/abbigliamento posti sul fondo.
Importanti sono anche le tasche (meglio se interne) e il cappuccio amovibile.
Borraccia termica
La scelta più sicura ed ecologica è senza dubbio l’acciaio inox, materiale che non necessita di trattamenti interni e non altera la qualità e il sapore degli alimenti con cui viene in contatto.
Questo materiale è anche resistente alla corrosione, grazie alla presenza di cromo, caratteristica che rende questo tipo di borracce più durature.
Bastoncini
Servono a migliorare l’equilibrio, costituendo due punti d’appoggio supplementare. Aiutano, inoltre, a scaricare sulle braccia il peso dello zaino e possono, all’occorrenza, sostituire un palo della tenda o essere utilizzati per steccare una gamba rotta.
Devono essere leggeri e resistenti, con impugnatura traspirante dotata di laccetto regolabile e punta antiscivolo.
Esistono diversi modelli: ripiegabili in 3 o 5 sezioni, con manopola in schiuma EVA o gomma, realizzati in lega di alluminio di tipo aeronautico e/o carbonio.
Ghette
Hanno lo scopo di garantire l’impermeabilità della calzatura sulla neve, su terreni ricchi di acquitrini o in caso di pioggia.
Devono essere realizzate in materiale idrorepellente e, se utilizzate in ambienti umidi e nei mesi più caldi, è importante che siano traspiranti, per contrastare la sudorazione e la formazione di umidità.
Sacco a pelo
Indispensabile per i trekking pluri-giornalieri, deve mantenere il corpo al caldo durante la notte, limitando al minimo la dispersione di calore verso l’esterno.
La capacità d’isolamento termico è stabilita dal regolamento europeo EN 13537. Sul mercato sono disponibili due modelli che si differenziano per la forma:
- Rettangolare: adatto per le escursioni estive e le temperature più miti, spazioso ma ingombrante da trasportare.
- “A mummia” con cappuccio integrato: meno spazioso ma più leggero, l’ideale per i climi più freddi.
Per quanto riguarda il materiale, alla classica imbottitura di piuma, leggera, comprimibile ma che tende ad assorbire l’umidità, sono da preferire le fibre sintetiche.
Tenda
Una buona tenda deve essere leggera e compatta, ma anche in grado di offrire riparo notturno. Meglio dunque optare per tende biposto che non superino i 3,5 kg.
Altre caratteristiche tecniche fondamentali sono la traspirabilità, l’impermeabilità e la resistenza.
Per i mesi estivi è preferibile scegliere una “tenda 3 stagioni”, che garantisce una maggiore areazione, mentre per i percorsi alpini e i mesi più freddi, sarà preferibile una “tenda 4 stagioni”, per un maggiore isolamento termico.
Torcia elettrica
E’ utile per segnalare la propria posizione in caso di emergenza e per le escursioni notturne.
Una buona torcia da trekking dev’essere resistente a urti, polvere e umidità, dev’essere leggera e compatta e garantire una durata prolungata. Le moderne torce da outdoor utilizzano tecnologia a led, che garantisce performance e leggerezza.
Si può scegliere tra due tipi di torce:
- A mano: da impugnare all’occorrenza e poi riporre nello zaino.
- Frontale: da allacciare intorno alla testa.
Oltre all’attrezzatura sopra indicata è consigliabile portare sempre con sé alcuni oggetti che, in determinate situazioni, possono rivelarsi dei veri e propri salvavita:
- Kit di pronto soccorso.
- Coperta di sopravvivenza.
- Coltello multiuso.
- Bussola o Gps.
- Cellulare e powerbank.
- Mappa con custodia impermeabile.
Come e dove praticare trekking
Il modo migliore per iniziare a fare trekking è sicuramente quello di iscriversi a un’associazione di trekking o partecipare ad escursioni e gite organizzate dalle moltissime strutture presenti sul territorio.
I gruppi vanno da 1 a 15 partecipanti, a seconda dei percorsi e delle organizzazioni. Il costo a persona è di circa € 40 e include la guida esperta. Nel caso in cui all’escursione sia associata anche una degustazione o qualche altra attività, il prezzo sale.
Che tipi di percorso scegliere
Esistono esperienze adatte a tutti i gusti:
- Escursioni per famiglie: camminate su sentieri poco faticosi e di breve percorrenza, adatti anche ai più piccoli.
- Percorsi per escursionisti: percorsi che richiedono una preparazione fisica, e per questo sono più adatti a chi ha già fatto trekking ed è in grado di affrontare un terreno con dislivelli.
- Escursioni per esperti: sentieri che presentano tratti difficili e che necessitano di allenamento, preparazione ed esperienza, pensati per i trekker più avventurosi.
I 9 percorsi più suggestivi in Italia
L’Italia è sicuramente una delle mete perfette per gli amanti del trekking.
Offre infatti percorsi che costeggiano montagne, ghiacciai e vulcani, sentieri a strapiombo sul mare e nel fitto di boschi fantastici, ma anche percorsi in collina, dove respirare aria pura. Insomma, ce n’è per tutti i gusti e per tutti i livelli!
In questo paragrafo abbiamo selezionato i 9 percorsi più suggestivi, divisi per regioni.
Friuli-Venezia Giulia
Qui è possibile fare trekking ammirando le acque color smeraldo del lago artificiale di Barcis, nel cuore della Valcellina. Quello che parte dalla Riserva Naturale Forra del Cellina è un percorso adatto a tutti, ideale per trascorrere una giornata in famiglia in un ambiente magico.
Il sentiero del Din, che gira intorno al lago, conta 3 piattaforme panoramiche e diversi cartelli didattici, è lungo circa 3,6 km e può essere visitato durante tutto l’anno.
Emilia-Romagna
Il Sentiero dei Cristalli, nei pressi del massiccio gessoso di Monte Mauro, nel Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, è uno dei percorsi più suggestivi, lungo il quale è possibile ammirare l’esterno delle cave di lapis specularis e le rupi bianche di gesso.
A seconda del punto di partenza, il percorso, che non presenta grandi difficoltà, varia dagli 11 ai 15 km, percorribili in 3 ore circa.
Piemonte
Meta ideale per il trekking invernale con le ciaspole, offre moltissimi percorsi, tra cui l’affascinante itinerario alla scoperta della leggenda del Lago delle Streghe sull’Alpe Devero.
Il percorso di 12 km parte da Ponti ed è percorribile in circa 4 ore e presenta un livello di difficoltà media.
Lombardia
Una delle mete più suggestive, che unisce architettura e paesaggi mozzafiato, è senza dubbio Sacro Monte Varese.
Patrimonio dell’UNESCO e cammino spirituale di centinaia di pellegrini, che annualmente espiano i propri peccati, visitando le 15 cappelle, questo percorso è lungo 20 km percorribili in 2 giorni circa.
È visitabile tutto l’anno ma non da tutti, visto il livello di difficoltà medio-alta, soprattutto nel tratto finale che conduce al borgo di Santa Maria del Monte.
Liguria
Assolutamente da non perdere, per gli amanti dl trekking, il percorso alla scoperta del Golfo dei Poeti.
Partendo da Porto Venere si possono visitare moltissimi luoghi d’interesse storico e paesaggistico, come la Grotta di Lord Byron, il Castello Doria, il borgo di Lerici e la Spiaggia di Porto Venere.
Si tratta di un itinerario di 9 km adatto a tutti e percorribile in 2/3 ore.
Veneto
Il percorso di trekking lungo la Via Panoramica di Malcesine non è certamente adatto ai neofiti, a causa dei tratti scoscesi e in salita, ma offre una spettacolare vista sul Lago di Garda ed è accessibile tutto l’anno.
È lungo 9 km e può essere percorso in 2/3 ore circa, durante le quali è d’obbligo una visita al borgo medievale di Malcesine, che ha meritato la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano.
Puglia
Un’altra meta imperdibile per gli appassionati di trekking è sicuramente il Parco Nazionale del Gargano, famoso per la sua biodiversità e per la natura selvaggia.
Il percorso, che conta 12 km, parte dal delizioso borgo di Rodi Garganico e termina a Vico del Gargano, la città degli innamorati. Un’escursione di circa 6 ore, durante la quale visitare la sorgente-fontana del Canneto, scalare il Monte Nicola, da cui godere del panorama sul mare e sulle isole Tremiti.
Calabria
Monte Curcio, nel Parco nazionale della Sila, offre la cornice perfetta per moltissime attività outdoor, dallo sci, al bob, dal trekking alla canoa, dal birdwatching ai percorsi alla ricerca del lupo silano.
Il percorso offre una spettacolare vista sul Lago Cecita e sul Lago Arvo. Il Monte Curcio è inoltre collegato a Monte Scuro, a Monte Botte Donato, da quella che viene definita la Strada delle vette della Calabria.
Si parte dal Rifugio Tasso di Camigliatello per percorrere 14 km in circa 8 ore. Un’impresa non proprio alla portata di tutti.
Sardegna
Il Selvaggio Blu, lungo il Supramonte di Baunei, Sardegna orientale, è considerato uno degli itinerari più belli al mondo.
Adatto solo a trekker esperti, il percorso è lungo 40 km e richiede 5/6 giorni di viaggio.
Parte da Pedra Longa e passa dall’Ogliastra al Golfo di Orosei, offrendo paesaggi selvaggi attraverso falesie, fiumi, grotte e cale, con affaccio sul mare, per giungere, infine, a Cala Susine.