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Kick boxing: cos’è, tecniche, benefici, storia e controindicazioni

kickboxing: cos'è, storia, allenamento, benefici e controindicazioni

La kick boxing è uno sport da combattimento giapponese, oggi famosa in tutto il mondo. L’arte marziale permette di allenare e migliorare, oltre al proprio corpo, anche la mente, eliminando lo stress.

Considerata anche come un’importante disciplina di difesa personale, unisce tecniche di calcio a quelle di pugno, e si divide in varie discipline, a seconda che queste siano combattute su un tatami o su un ring. I kickboxer usano guanti da kickboxing o guantoni da boxe per proteggere mani e polsi durante l’attacco.

La kick boxing aiuta a raggiungere una grande consapevolezza personale, ma risulta essere anche potenzialmente pericolosa per la possibilità di procurare ferite. Quindi, disciplina, conoscenza e consapevolezza sono tre aspetti importanti per approcciarsi a questo sport.

Cos’è la Kick Boxing

La Kick Boxing o kickboxing è uno sport da combattimento che trova le sue origini in Giappone, da dove poi si è diffuso fino ad arrivare negli USA.

La disciplina combina le tecniche di calcio tipiche delle arti marziali orientali ai colpi del pugno, prerogativa del pugilato. E’ uno sport che può essere praticato da tutti, sia da uomini sia da donne, in quanto migliora la forza fisica e la sicurezza di sé. E’ anche un ottimo rimedio contro lo stress, oltre a rappresentare un allenamento ricco di benefici.

Il kickboxing e il pugilato sono due sport da combattimento che hanno dei punti in comune ma anche anche differenze significative nelle regole, tecniche e stili. Nel kickboxing si possono usare sia le braccia che le gambe. Vuole dire che oltre ai pugni il kickboxer può colpire con calci alle gambe, al corpo e anche alla testa. Invece, nella boxe, o pugliato, si possono usare solo i pugni per combattere. 

L’allenamento tipo di kick boxing è intenso, tale da svolgere un’ottima funzione cardiovascolare, che stimola un conseguente miglioramento della resistenza. Quindi, oggi questa disciplina non è solo uno sport ma anche un’attività fitness in grado di tonificare il corpo, migliorare il benessere psico-fisico e, perché no, aiutare a dimagrire.

Come funziona l’allenamento di kick boxing e muscoli coinvolti

E’ un allenamento veloce e intenso, efficace per potenziare le braccia, per scolpire le gambe e per tonificare i glutei.

Infatti, praticando questa disciplina si allenano i muscoli degli arti superiori, così come:

L’allenamento si compone generalmente di due fasi diverse. Nella prima, la preparazione avviene tramite esercizi mirati, utili per aumentare:

Invece, nella seconda fase è previsto l’apprendimento della tecnica di base del combattimento, che inizia con esercizi allo specchio. Successivamente, si fanno esercizi insieme ai compagni, utili per fondere le singole tecniche di movimento.

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Come scegliere i guantoni da kick boxing

La scelta dei guantoni è importante per la tua sicurezza durante l’allenamento e proteggere le tue mani e polsi dai traumi. 

I tipi più comuni di guanti da kickboxing sono guanti da combattimento o guanti da sacco. Sono guanti leggeri progettati per l’allenamento su sacchi da boxe o speed bag; hanno meno imbottitura rispetto ai guanti da sparring e sono adatti per sviluppare velocità e potenza dei pugni

Ma prima di comprare i guanti è importante saper distinguere tra guanti leggeri e guanti pesanti poiché condiziona la velocità dei colpi.

Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sull’allenamento al sacco.

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I benefici della Kick boxing

La pratica della Kick boxing può aiutare ad acquisire maggiore sicurezza personale, oltre ad essere uno strumento efficace per apprendere le tecniche di base di difesa personale. Il confronto con i compagni insegna a gestire la paura e le situazioni di pericolo con tranquillità e consapevolezza di essere all’altezza in qualsiasi situazione.

Inoltre, la pratica della Kick boxing è anche riconosciuta come un metodo per scaricare lo stress e la tensione.

Tuttavia, in questa arte marziale non tutto è positivo, in quanto la kick boxing è stata definita, secondo uno studio della Central Queensland University in Australia, come l’arte marziale più pericolosa di tutte per chi la pratica.

Infatti, sono frequenti ferite, come tagli e graffi su testa e gambe, che portano gli atleti a dover essere spesso medicati, durante e soprattutto alla fine degli incontri.

Kick boxing femminile

I numerosi benefici della kick boxing su corpo e mente sono sempre più apprezzati dalle donne, che sempre più numerose si avvicinano a questo sport per la cura del proprio corpo e per imparare le tecniche di difesa personale.

Per questo, si stanno diffondendo sempre più corsi di Kick boxing femminile; in più, la pratica di questa arte marziale consente anche di:

Kick boxing per bambini

Si tratta di una disciplina sportiva che offre diversi benefici sia fisici sia psicologici. Per tale ragione nella sua versione di allenamento a contatto leggero, è adatta anche per bambini e bambine.

Infatti, la sua pratica li aiuta a vincere la timidezza e la paura oltre a renderli più sicuri di sé.

I bambini migliorano la coordinazione e allungano i muscoli in maniera rapida ed efficace, e hanno la possibilità di incanalare la loro energia nello sport.

L’allenamento dei più piccoli è incentrato non sulle tecniche specifiche ma sull’aspetto ludico, migliorando così:

Le tecniche della Kick boxing

La Kick boxing è un’arte marziale che prevede l’uso di pugni e calci, secondo tecniche specifiche.

Pugni

I pugni utilizzati nella kick boxing riprendono le tecniche usate nel pugilato: diretti, ganci, montanti e le combinazioni dei tre.

Calci

Esistono vari tipi di tecniche di calcio nella Kick boxing, alcune delle quali considerate fondamentali, mentre altre varianti o tecniche speciali che possono essere usate in combattimento.

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Le regole dello sport della kick boxing

Gli atleti della Kick boxing sono divisi in due categorie:

Ring

Durante un combattimento, gli atleti si sfidano su di un ring, con piattaforma in legno delimitata da corde tese tra quattro pali equidistanti. Il quadrato del ring è caratterizzato solitamente da protezioni disposte a copertura dei 4 angoli. Questi ultimi, inoltre, si dividono in:

I lati del quadrato hanno una lunghezza che varia da un minimo di circa 4,90 metri a un massimo di circa 6,10, con un bordo esterno che deve essere almeno di circa 60 centimetri.

Arbitraggio

Ogni incontro è arbitrato da tre giudici, i quali devono sedere vicino al ring separati dagli spettatori.

L’arbitro ha diversi compiti.

Inoltre, questo ha anche il potere di interrompere l’incontro se ritiene che uno dei due atleti è in difficoltà, oppure, in caso di ferite o infortuni gravi che non permettono agli atleti di continuare l’incontro.

Squalifiche e comportamento anti sportivo

Qualsiasi partecipante può essere squalificato per violazione delle regole o per comportamento antisportivo.

L’incontro può essere vinto per:

Infine, l’incontro può terminare anche con un No-Contest, che si verifica quando l’arbitro squalifica tutti e due gli atleti.

Le cinture di kick boxing

Le cinture della Kick boxing sono 6, alle quali si aggiungono poi quelle nere.

Le cinture nere arrivano fino al decimo dan. Per conseguire il terzo dan devono trascorrere almeno 3 anni dal secondo; per il quarto dan almeno 4… e così via.

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Le diverse discipline

La kick boxing comprende sei diverse discipline, che possono essere disputate sul Tatami, e in questo caso si parla di contatto leggero, oppure sul ring, quando si parla di contatto pieno.

1 – Discipline da tatami

Point fighting

Il Point-Fighting, letteralmente combattimento a punti, prevede un combattimento non continuato a punti.

E’ la disciplina che più si avvicina al karate, in quanto sua stretta discendente. In precedenza il Point-Fighting era infatti denominato Krata Contact: il combattimento prevede che due atleti si sfidino sul tatami in un combattimento al punto.

Infatti, ad ogni azione valida, il combattimento viene fermato per assegnare il punto. I due atleti combattono su di un tatami 7×7, con i tre arbitri disposti ai lati esterni del quadrato. Il combattimento ha durata di due round di due minuti ciascuno.

Questa disciplina consiste nel colpire prima dell’avversario in una delle zone consentite del corpo, dal tronco alla testa. Nel Point-Fighting, non vi è praticamente mai l’utilizzo dei ganci e dei montanti in quanto difficili da eseguirsi senza essere prima colpiti, mentre vengono predilette tutte le tecniche di calcio.

Una tecnica tipica del Point-Fighting è il “blitz“, che consiste in un attacco improvviso andando a finire addosso all’avversario.

I punti vengono assegnati in base ad alcuni criteri già stabiliti.

Light-Contact

Il Light-Contact, letteralmente contatto leggero, è una forma della kick boxing che prevede un combattimento continuato a punti.

Il contatto deve essere limitato o controllato, e privilegia la tecnica rispetto alla forza. I due atleti combattono su un tatami, ma sono liberi di muoversi sul quadrato di gara a loro piacimento e senza che l’arbitro interrompa la gara dopo una tecnica andata a segno.

Il combattimento ha durata di due o tre round da due minuti ciascuno. L’arbitro può fermare l’incontro solo in caso di “break”, ovvero quando gli atleti si trovano attaccati e vengono divisi, oppure in caso di richiamo per eccessivo contatto, scorrettezze o per l’uscita dal quadrato di gara.

Inoltre, nel Light-Contact non è previsto il KO, ma la vittoria è perseguibile soltanto accumulando più punti dell’avversario. In caso di parità, è prevista la decisione arbitrale. Altrimenti, nel caso di utilizzo del sistema easy scoring, è direttamente il sistema a decretare il vincitore.

Kick-Light

Il Kick-Light è una versione del Light-Contact che aggiunge la possibilità di colpire con i low kick, cioè con i calci circolari bassi nella parte interna o esterna del quadricipite. L’unico tipo di calcio che si può eseguire al di sotto della cintura.

La differenza con il tradizionale Light-Contact è che nella Kick-Light le distanze si accorciano ulteriormente. Quindi, l’atleta necessita di una prontezza e di una mobilità maggiori per evitare i calci portati sotto la cintura e sferrati nella coscia.

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2 – Le discipline da ring

Full-Contact

Il Full-Contact, in italiano contatto pieno, è l’interpretazione principale della Kick boxing. Questa disciplina è nata negli USA e unisce il pugilato alle tecniche di calcio.

In cosa consiste? Il Full-Contact è un combattimento continuativo a pieno contatto e necessita grande preparazione fisica, in quanto i colpi vanno eseguiti con forza e potenza.

I due atleti che si affrontano su un ring da boxe sono liberi di muoversi, ma hanno il divieto di colpire sotto la cintura. Il combattimento si divide in round di due minuti, che vanno dai 3 ai 5, o dai 10 ai 12 a seconda della competizione.

Durante l’incontro c’è un arbitro centrale e tre che fanno parte della giuria, il cui compito è assegnare i punti, per decretare il vincitore dell’incontro in assenza del KO.

Low-Kick

La Low-Kick è una versione del Full-Contact, caratterizzata dalla possibilità di colpire con calci circolari bassi – “low” appunto – nella parte interna o esterna del quadricipite.

K-1 Rules

È considerata la disciplina più completa di tutte in quanto è possibile colpire con tutti i pugni della boxe, diretto, montante e gancio, e con tutti i tipi di calcio.

Oltre a questo, sono anche consentiti colpi con le ginocchia, mentre non è previsto l’uso delle protezioni.

Storia della kick boxing

La Kick Boxing prende vita negli anni ’60 in Giappone, dove le forme da combattimento da contatto pieno erano già molto diffuse. Al fianco di Muay Thai thailandese, Sambo russo, Savate francese e Taekwondo coreano, infatti, i giapponesi pensarono di iniziare ad organizzare gare di karate che prevedevano contatto pieno tra i due sfidanti.

Questo nuovo genere di combattimento ebbe una crescita molto graduale, per avere poi sempre maggior successo. Proprio per questo negli anni ’70, alcuni maestri di arti marziali provarono a sperimentare una nuova forma di combattimento, che avrebbe unito le tecniche di pugno del pugilato con quelle di calcio tipiche del karate. Questa commistione di generi segnò quindi la nascita di una nuova disciplina, il Full Contact Karate.

Da qui, l’arte marziale ebbe sempre più successo fino ad iniziare a diffondersi a livello mondiale. Infatti, tra gli Anni ’80 e ’90, sotto forma di Full Contact Karate, la Kick Boxing iniziò a diffondersi negli Stati Uniti.

I combattenti iniziarono a vestirsi con lunghi e larghi pantaloni e apposite scarpe. Successivamente, vennero vietati i colpi sotto la cintura, divieto che è attualmente in vigore.

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Torneo K-1

Nel 1993, i Giapponesi organizzarono un torneo chiamato K-1, con la lettera K che andava ad assumere tre diversi significati:

Le regole erano quelle della Kick boxing, alle quali vennero fatte delle integrazioni come la possibilità di dare ginocchiate senza presa e scagliare pugni anche saltando ed in rotazione.

Qual era l’obiettivo? Far incontrare sullo stesso ring atleti di diverse arti marziali, con un regolamento unico e comune a tutti.

Il K-1 acquisì sempre maggiore importanza, diventando il torneo più importante del mondo, e addirittura un vero e proprio sport da combattimento, capace di unire diverse tipologie di atleti provenienti dal:

Articolo rivisto da Enzo De Denaro, Maestro di Judo, 7° Dan e giornalista sportivo specializzato in Judo a Arti Marziali.

Fonte
  1. National library of medicine.
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